Cerca
Logo
Cerca
+

Fassina sull'evasione fiscale: "Per molti è una forma di sopravvivenza"

Stefano Fassina

Confcommercio: la pressione fiscale reale raggiunge il 54 per cento, al top tra le economie avanzate

Francesca Canelli
  • a
  • a
  • a

Chi dice che nel Pd non vi siano che la pensi come l'altro, trova nuovo pane per i suoi denti: mentre il Presidente del Consiglio Enrico Letta annuncia tolleranza zero su paradisi fiscali ed evasione, il suo viceministro dell'economia, Stefano Fassina, parla di "un'evasione di sopravvivenza". Ovvero, che molti evasori sono costretti a sfuggire alle tasse italiane troppo alte per arrivare a fine mese. "Senza voler strizzare l'occhio a nessuno - dice il "giovane turco" a un convegno della Confcommercio - ci sono ragioni profonde e strutturali che spingono molti soggetti a comportamenti di cui farebbero volentieri a meno. Non è una questione di carattere prevalentemente morale". Dichiarazione che fa specie essendo Fassina uno dei più convinti sostenitori della patrimoniale e che contrasta in modo stridente con  le parole pronunciate appena poche ore prima dal premier Letta, che aveva paragonato gli evasori ai dopati del Giro d'Italia, condannando chi sposta enormi capitali all'estero per evitare la pressione fiscale, "rubando" all'Italia e agli italiani. Benvenuto nel Pdl -  A stretto giro risponde subito Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera: "Con Fassina ho vaste ragioni di dissenso, e ci ho polemizzato poco fa sull'Imu. Ma talvolta si lascia trascinare dall'istinto di verità e stupisce piacevolmente. Quando sostiene che questa spaventosa pressione fiscale induce gli onesti a evadere per sopravvivere, mi pare di sentire quel Berlusconi che i compagni del suo partito azzannavano come complice degli evasori. Benvenuto nel Popolo della libertà. Ora mi auguro che Fassina perseveri”.  I dati - Intanto la pressione fiscale effettiva in Italia si attesta quest'anno al 54%, primo fra le economie avanzate. È la stima del rapporto sull'economia sommersa di Confcommercio. Quella apparente, secondo calcoli prudenziali che non includono aumenti Iva, è invece al 44,6% del Pil nel 2013. L'Italia è uno dei paesi in cui è cresciuta di più nel periodo 2000-2013, quindi anche durante la crisi: l'incremento è stato del 2,7%. Per quanto riguarda la pressione fiscale effettiva, nella classifica che emerge dalle elaborazioni della Confcommercio. Dopo l'Italia al 54%, ci sono la Danimarca al 51,1%, la Francia al 50,3%, il Belgio al 49,3%, l'Austria al 46,8%, la Svezia al 46,7%, la Norvegia al 42,3%, l'Olanda al 40,8%, il Regno Unito al 40,4%, la Spagna al 36,7%. In coda il Messico al 26,2%. L'economia sommersa in Italia è pari al 17,4% del Pil: è la stima per il periodo 2012-2013 elaborata sempre dall'ufficio studi di Confcommercio. Questo vuol dire che 272 miliardi è la stima dell'imponibile che ogni anno viene sottratto al fisco. Le altre voci - Il direttore dell'Ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella, rincara la dose: "Gli italiani sono un popolo di pagatori di tasse", ha affermato  alla presentazione dei dati. Secondo l'associazione "l'alto livello della pretesa fiscale" in Italia è "il primo incentivo all'evasione". "Oltre una certa soglia - aggiunge Bella - l'aumento delle imposte genera una riduzione della crescita." La priorità economica è quella di "ridurre l'attuale pressione fiscale, che è incompatibile con qualsiasi concreta prospettiva di ripresa": lo afferma il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, intervenendo al convegno e indicando la necessità «di un patto tra tutti i contribuenti in regola e tra questi contribuenti le istituzioni e l'amministrazione finanziaria, per aprire finalmente una stagione in cui le tasse e la crescita non siano più incompatibili". "Accanto alla riduzione delle tasse - continua - resta davvero necessaria tanta semplificazione di un baroccò sistema fiscale, che richiede alle imprese di sopportare, per far fronte agli adempimenti, costi amministrativi diretti per circa 30 miliardi di euro l'anno". Dal canto suo, il direttore dell'agenzia delle entrate, Attilio Befera, spezza una lancia in favore al lavoro svolto dall'ente contro i "malfattori": "Ogni anno -dice - noi recuperiamo dai 2 ai 3 miliardi in più rispetto a quanto previsto dal bilancio preventivo. Quest'anno a metà anno siamo esattamente in linea con l'anno scorso e a fine anno dovremmo essere a 12-13 miliardi".

Dai blog