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Imu, ecco per chi resta. Stangata sulle seconde case, Irpef retroattiva: guarda quanto pagherai

Il decreto del CdM prevede l'Irpef fondiaria sulle case "a disposizione" o in uso a familiari: lo Stato guadagnerà 1 miliardo. Agli italiani conveniva l'Ici...

Giulio Bucchi
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Si fa presto a dire "abolizione dell'Imu". La tassa sulla prima casa è stata sì tolta, ma qualcuno continuerà a pagare caro il mattone. Non si tratta solo dei proprietari di residenze di lusso, ville e palazzi di pregio (pochi). Perché la gabella resta sulle seconde case, e anzi rischia di essere un bagno di sangue, già dal 2013 con valore retroattivo. E questo rischia di essere un punto critico del decreto approvato mercoledì dal Consiglio dei ministri. Da Palazzo Chigi, per ora, smentiscono "le indiscrezioni su nuove ipotesi di tassazione sulle seconde case, per coprire il provvedimento sull'Imu, riportate su alcuni giornali stamane. Tali indiscrezioni evidentemente si riferiscono a bozze circolate nei giorni scorsi e che non faranno parte del provvedimento che sarà in Gazzetta Ufficiale". Staremo a vedere il risultato definitivo. Irpef, mazzata retroattiva - Per ora si rischia un paradosso: che l'Imu sulle seconde case costi agli italiani più dell'Ici 2011 e dell'Imu 2012. Tutta colpa del ritorno del prelievo Irpef, sia pure "ridotto" al 50 per cento. L'Irpef "fondiaria" sulle case locate regalerebbe alle casse dello stato circa 1 miliardi di euro, da subito. Perché la norma, secondo le indiscrezioni prevista dall'articolo 6 del decreto, prevede che il prelievo valga "per l'anno fiscale in corso al 31 dicembre 2013". Retroattiva, dunque, e in deroga al principio dello statuto del contribuente che vieta modifiche all'anno fiscale in corso. In attesa di capire se, chi e quando impugnerà la questione, girano un po' di numeri. Se la seconda casa è residenza di un familiare (poniamo, in uso a un figlio) o di un comproprietario, diventa imponibile il 50% della rendita catastale. Se invece la seconda casa è "a disposizione" (casa-vacanze, al mare o in montagna), alla metà della rendità catastale si deve aggiungere un altro 33,3%: una mazzata.  Stangata sulle seconde case - Sul Corriere della Sera una tabella mostra alla perfezione il paradosso che colpirà i contribuenti italiani e in particolare i proprietari dei 6,5 milioni di immobili "seconde case". Ponendo il caso di una abitazione di 80 m2, in classe A/3 e reddito annuo del proprietario fino a 30.000 euro, a Roma si pagheranno 2.537 euro, 1.161 euro in più rispetto all'Ici 2011 e oltre 400 rispetto all'Imu 2012. Dati simili a Milano (2.023 euro, +1.141 euro rispetto al 2011 e quasi 300 rispetto al 2012), Bologna (2.323 euro, + 1.065 euro sul 2011 e oltre 400 sullo scorso anno). Ma la tendenza è diffusa da Nord a Sud: a Torino si pagheranno 2.086 euro (rispettivamente 1.055 e 293 euro in più), 1.880 euro a Firenze (872 e 268 in più), 1.389 euro a Genova (339 e 201 euro in più), 1.251 euro a Napoli  (573 e 181 in più), a Palermo 654 euro (262 e 94 euro in più). Le (poche) prime case di pregio - Dovranno pagare per intero anche gli italiani iscritti all'Aire, l'elenco dei residenti all'estero, e naturalmente i proprietari delle 70,000 case "di lusso". Il problema, in questo caso, è il buco nero dei registri catastali. Le definizioni di case di lusso, infatti, risalgono al 1939 e quasi tutti i nuovi immobili non sono mai classificati come "pregiati". Questo riduce il "bacino" ad appena 73.680 unità su un totale di 19 milioni di abitazioni principali. Per questo il ricavo per lo Stato sarà quasi irrisorio: 36,7 milioni di euro, lo 0,25% del gettito totale di 4,1 miliardi. 

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