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Banche, così i conti correnti saranno ancora più cari

Giovanni Ruggiero
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È trascorso un' anno da quando molte banche italiane hanno iniziato un nuovo round di aumento dei costi dei conti correnti. Di fatto hanno scaricato sulle spalle dei clienti il pedaggio sostenuto per salvare gli istituti più in crisi di loro. L' adesione, non proprio volontaria, al fondo Atlante, l' aumento della copertura a 100.000 euro del Fondo di garanzia dei depositi dal 1 gennaio 2016, i contributi versati al Fondo di risoluzione per la normativa "bail-in" ma anche l' abbattimento del costo del denaro deciso dalla Bce per tenere a galla il sistema economico europeo, in crisi proprio grazie all' ingordigia delle banche, e le conseguenti più rigide regole che oggi gravano sugli istituti di credito, hanno prosciugato i caveau dei banchieri. Che naturalmente hanno deciso di scaricare gli oneri sulle spalle dei correntisti. La Banca d' Italia ha fatto atto di presenza inviando lo scorso aprile ai "soci" una comunicazione in cui tira loro le orecchie sottolineando come le modifiche unilaterali devono rispettare determinate regole. Non avendolo fatto, avrebbero dovuto innestare la marcia indietro e restituire il maltolto. Cos' hanno fatto molti operatori? In piena estate hanno spedito altre missive ai clienti aumentando, in barba al Testo unico del settore, i costi dei conti correnti, anche quelli che avrebbero dovuto essere a costo zero. Non è finita qui. Perché da allora c' è stato un altro salvataggio, formalizzato giusto quanche giorno fa e c' è da scommetterci che a pagarne il conto saranno, oltre ai soliti contribuenti, anche i soliti clienti. Il Fondo interbancario di tutela dei depositi e Credit Agricole Cariparma hanno firmato l' accordo quadro per l' acquisto del 95,3% del capitale delle tre casse di risparmio di Rimini, Cesena e San Miniato per 130 milioni di euro. Ma senza i crediti marci, che se li comprerà il fondo Atlante II grazie a una cartolarizzazione da 2,740 miliardi lordi (per un netto di circa mezzo miliardo) mentre le tre casse venderanno direttamente ad Algebris altri 286 milioni di crediti deteriorati. La chiusura dell' operazione è prevista per fine anno. Nel frattempo Rimini, Cesena e San Miniato saranno anche ricapitalizzate dallo Schema volontario del Fondo Interbancario per circa 470 milioni e questo allo scopo di migliorare gli indici patrimoniali. Dunque, anche se le altre banche dovessero decidere di non rafforzare ancora l' esanime Atlante - qualcuna ha dichiarato che lo farà, altre che non ci pensano neppure - dovranno comunque rafforzare il Fondo interbancario. Ma dove potranno prendere mai i soldi se non dai correntisti? A questo giro i possibili aumenti dei conti correnti potrebbero servire per dare ai francesi di Credit Agricole l' opportunità per crescere in Italia, con Cariparma suo secondo mercato domestico. Senza dubbio il salvataggio dei posti di lavoro delle tre casse è un grande risultato. Ciò che però non è accettabile è che la mala gestione di società private venga scaricata sulle spalle di chi non c' entra nulla. di Antonio Spampinato

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