Banche fallite, Consob contro Bankitalia: "Cos'hanno fatto su Veneto Banca e Popolare Vicenza"
Un macigno su Bankitalia dall'audizione in Commissione Banche di Angelo Apponi, il direttore generale di Consob. Queste le accuse: mancanza di vigilanza e, peggio, omissioni, sulle reali condizioni di Veneto banca e la Banca popolare di Vicenza, due degli istituti di credito italiani travolti negli ultimi mesi dal crac. Nel 2013, ha spiegato Apponi, in prossimità dell'aumento di capitale di Veneto banca, la Banca d'Italia inviò una lettera alla Consob in cui si segnalava che l'operazione sarebbe stata "strumentale al perseguimento degli obiettivi del piano" dell'Istituto di credito e "non escludeva eventuali acquisizioni che avessero avuto determinate caratteristiche. Non sembra che Bankitalia, che si dovrebbe occupare della stabilità della banca, ci segnali che c'è un problema di sofferenza". Prima ancora, a seguito dell'ispezione effettuata da Bankitalia nel 2007, sulla banca popolare di Vicenza, la Consob non ha ricevuto alcuna informazione sul prezzo delle azioni. Al termine dell'ispezione, spiega il dg di Consob, "ci è stata trasmessa unicamente la parte che riguardava l'operatività in derivati otc e discuteva delle condizioni in cui veniva fatta operatività dei derivati nei confronti di alcuni operatori professionali". Il candidato premier del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, ha parlato di "drammatico teatrino" tra Consob e Bankitalia: "Ci mettono in difficoltà con la comunità internazionale. E saremmo noi quelli poco credibili? Saranno credibili loro...". "Dalle risposte del testimone Apponi di Consob alle mie precise domande emerge con chiarezza che, relativamente a Banca Popolare di Vicenza, Bankitalia non soltanto non ha comunicato di sua iniziativa per 17 anni una informazione rilevante per la Consob sulla inadeguatezza dei criteri di determinazione del valore delle azioni, ma in occasione degli aumenti di capitale dal 2006 in avanti ha anche omesso di comunicarlo a fronte di espressa richiesta della Consob", è l'accusa di Enrico Zanetti, segretario di Scelta Civica e componente della commissione d'inchiesta sulle banche. "Non solo mancanza quasi ventennale di proattività, dunque, ma addirittura comportamenti omissivi a fronte di espressa richiesta in occasione degli aumenti di capitale".