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Tari, verso la stagnata: dopo i rimborsi per gli errori dei Comuni, per l'Anci inevitabile un rialzo della tassa

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Andrea Tempestini
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La vicenda è nota: parecchi comuni hanno "sbagliato" nel calcolo della Tari, l'imposta sui rifiuti, e dovranno risarcire i cittadini. Lo Stato, insomma, ci ha truffato. E dopo il danno, ora, sta per arrivare la beffa, invocata a gran voce dall'Anci. Secondo l'associazione di Comuni, infatti, visto l'esborso inatteso e l'obbligo di legge di coprire con la Tari i costi del servizio di nettezza urbana, è ora inevitabile una revisione al rialzo di una delle gabelle più salate con cui gli italiani devono avere a che fare. Il punto è che i Comuni potrebbero chiedere un recupero straordinario per l'ultimo anni, o comunque rimodulare la tassazione per il 2018 cosicché il gettito totale resti almeno invariato. A tal propostio, il dipartimento Finanze del ministero dell'Economia ha fatto sapere che emanerà "in tempi molto brevi un documento di chiarimento sulle modalità di corretta applicazioni della Tari". Finti del Mef, inoltre, sottolineano che "sono già previste modalità per chiedere i rimborsi qualora un Comune non applichi la tassa in maniera corretta", circostanza che secondo l'Anci dovrebbe interessare in totale tra i 600 e gli 800 Comuni.

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