Da Napoli proposte su flat tax e moneta complementare
NAPOLI – “Il Centro Studi del Pensiero Liberale si rivolge a tutti coloro che credono nel valore dell'impegno personale, sociale e culturale, che vogliono confrontarsi su ideali di pensiero liberale, che intendono predisporre e avanzare proposte basate sui principi dell'economia di mercato alle istituzioni di governo, che desiderano connettersi per generare nuove opportunità di business, start up e idee imprenditoriali.” Lo ha detto Francesco Ferri, presidente del Centro Studi del Pensiero Liberale presentando il forum “Costruiamo il presente, immaginiamo il futuro: #innovazione, #flat tax, #cultura e #turismo” che si terrà giovedì 23 novembre 2017 alle ore 16 a Napoli nell'hotel Palazzo Caracciolo (Via Carbonara, 112). “Il successo dell'Associazione – prosegue Ferri - dipende dall'identificazione di un Team di Leader giovani, senza precedenti incarichi nelle istituzioni, punto di riferimento della propria comunità, che decidono di investire tempo ed energie nel progetto in modo misurabile. Persone di diverse professioni, estrazione sociale e provenienza geografica. Le parole chiave dell'Associazione sono: Contenuti liberali; Persone nuove; Diffusione territoriale; Indipendenza economica; Formazione politica e Comunicazione innovativa.” Nel corso del dibattito verrà illustrata la proposta del CSPL per una flat tax. “Le due questioni fondamentali per il passaggio ad un sistema fiscale con aliquota proporzionale – afferma Vincenzo Caputo, vicepresidente del Centro Studi - riguardano il rispetto della progressività della tassazione, sancito dalla Costituzione, e la possibile riduzione del gettito erariale. Sulla base dell'analisi di tali aspetti proponiamo un sistema fondato su una flat tax al 25%, con una no tax area di 10.000 euro ed un sistema di deducibilità dei costi per consumi. Ciò consentirebbe di raggiungere il duplice obiettivo di incentivare i consumi e contrastare l'evasione fiscale”. “La progressività della tassazione - continua Caputo - sarebbe garantita da una deduzione base di 10.000 euro dal reddito complessivo, applicabile a tutti i contribuenti. La possibilità di sfruttare tale deduzione varierebbe però al variare del reddito complessivo”. Nell'attuale situazione di stallo è necessario affiancare alla moneta legale, una moneta complementare che non ragioni più secondo delle logiche speculative, ma che riporti l'attenzione sulla produzione ed i consumi reali. Quindi una moneta che per sua natura e struttura abbia anche una funzione sociale. “Dare alla Banca d'Italia – sottolinea Matteo De Lise, coordinatore della Campania del Centro Studi del Pensiero Liberale - il ruolo di ‘coniatore' di moneta alternativa virtuale e di organo di vigilanza che funga da garante per gli scambi nazionali; il supporto delle banche, per lo sviluppo di portafogli elettronici certificati, darebbe un'ulteriore spinta all'accettazione generale di tale moneta. In paesi digitalmente avanzati, si è ad un passo dalla generazione di una propria moneta alternativa e digitale. Gli obiettivi derivanti dall'uso di una moneta complementare sono molteplici: dare maggiore potere di acquisto ai consumatori - rimarca De Lise - ; maggiore semplicità e rapidità degli scambi e della distribuzione di beni, servizi e lavoro; spinta ai consumi ed alla produzione; crescita generale del paese nel breve periodo; identità nazionale”.