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Fisco, arriva il domicilio digitale: le raccomandate della pubblica amministrazione arrivano via posta certificata

Giovanni Ruggiero
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Dalla primavera del 2018 tutte le multe, le cartelle esattoriali e le varie raccomandate che la pubblica amministrazione invia nelle famigerate buste verdi potrebbero sparire dalle cassette della posta degli italiani. Il consiglio dei ministri di ieri sera ha approvato un nuovo decreto che accelera il Codice dell'Amministrazione Digitale (Cad), l'insieme delle leggi per la digitalizzazione della pubblica amministrazione che aspetta di decollare dal lontano dal 2005. La novità punta a dotare ogni cittadino di un domicilio digitale, di fatto un indirizzo di posta certificata (Pec), che sarà inserito in un nuovo registro nazionale dei domicili digitali per le persone fisiche. Ad occuparsene, riporta sulla Stampa il responsabile Affari regolamentari del Team per la trasformazione digitale della presidenza del Consiglio, Guido Sforza, sarà Infocamere: "La società di informatica delle Camere di commercio italiane, dove i singoli cittadini potranno andare, registrarsi e inserire il loro indirizzo Pec". Già oggi tutti i professionisti sono obbligati ad avere un indirizzo Pec, per loro le comunicazioni con Equitalia e i vari enti pubblici sono una realtà quotidiana di gioie e dolori. I vantaggi dell'istituzione di un domicilio digitale sono innegabili almeno sotto l'aspetto logistico, visto che affranca dalle lunghe code agli sportelli e velocizza i tempi di comunicazione con i vari enti. Dall'altro però si scontra con la ritrosia di numerosi uffici pubblici all'uso di una tecnologia ormai rodata come l'email, con la conseguenza che i messaggi ricevuti dagli uffici protocollo rischiano di languire nelle caselle di posta elettronica. Senza trascurare il dettaglio non proprio marginale che ormai il servizio Pec non è più garantito da tempo dal Governo e per attivare una casella è necessario rivolgersi ai privati, naturalmente pagando. Intanto sembra sempre più lontano il progetto dell'Anagrafe unica nazionale, un progetto fortemente voluto dall'Agenzia per l'Italia digitale, ma che si scontra con lo stato di arretratezza degli uffici comunali, spesso alle prese con carte e cartoncini per gestire i propri archivi. Che quel progetto possa dirsi fallito, magari è un azzardo. Intanto però se ne lancia uno praticamente uguale, ma con altri enti, forse più ricettivi. L'introduzione di un domicilio digitale per ogni cittadino ridurrà al minimo tutti i disagi legati al recapito delle raccomandate, dai cambi di domicilio alla reperibilità in orari di lavoro. Certo non lascia più scampo a chi ha sperato finora di farla franca, contanto sul ritardo delle consegne per le cartelle esattoriali: sfuggire all'ufficiale giudiziario con la comunicazione digitale sarà sempre più complicato.  di Giovanni Ruggiero

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