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Euro, l'Estonia si fa la sua moneta: l'Estcoin. La furia di Mario Draghi

Matteo Legnani
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Il trucco è che l'EstCoin, tecnicamente, non è una moneta, ma un "token". Cioè un "gettone" offerto a chi investe in un progetto digitale, che promette di ripagarlo quando questo sarà operativo. In pratica, un'alternativa all'emissione di bond. L'Estonia, ex repubblica sovietica che oggi fa parte non solo dell'Unione europea ma anche dell'Eurozona, lo vuole emettere per richiamare investitori nel digitale dall'estero. Il punto, però, è che l'EstCoin può essere scambiato, e questo lo rende pericolosamente simile a una moneta, o se vogliamo usare un termine molto in voga di questi tempi, a una criptovaluta. Emessa da un Paese membro dell'Unione. L'idea, lanciata dal presidente estone Kaspar Korjus, ha fatto infuriare il governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi. Il quale ha ricordato che "la valuta dell'Eurozona è solo l'euro". Leggi anche: Bitcoin, cosa accadrà quando scoppierà la "bolla" Ma Korjus ha già detto che andrà avanti lo stesso, e la formula usata gli consentirebbe di non violare nemmeno i trattati europei. Lanciando l'Estcoin, Korjus punta a fare dell'Estonia la capitale delle Ico, le Offerte iniziali di moneta. "Stabiliremo delle linee guida, faremo tutti i controlli su chi investe e incassa, grazie all'identità digitale". E trasparente sarebbe anche l'ultimo utilizzo che Korjus immagina, come effettivo mezzo di pagamento tra gli e-residenti, ovunque vivano nel mondo. E qui siamo pericolosamente (per Draghi) vicini a una vera e propria moneta.

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