Ponte Messina: ingegneri divisi, da cattedrale nel deserto a svolta per Italia (2)
(AdnKronos) - Una tesi che non convince, però, più di tanto, Giuseppe Muscolino, professore ordinario di Scienza delle costruzioni all'Università di Messina, che per anni ha lavorato al progetto facendo parte anche del Comitato scientifico della società Stretto di Messina. "Senza il ponte le infrastrutture non le avremo mai – spiega all'Adnkronos -. Questa è una certezza, lo abbiamo visto in tutti questi anni". Anni in cui il progetto, che nel 2011 sembrava a un passo dalla posa della prima pietra, ha subito continui 'stop and go'. "Il progetto esecutivo doveva essere cantierabile in un anno se il Cipe avesse approvato l'ultima modifica" ricorda Muscolino. Un'opera imponente quella pensata dal pool di esperti che al progetto ha lavorato per oltre 15 anni: lungo circa 3,3 chilometri, sei corsie stradali e due binari per una larghezza di circa 60 metri, con torri alte quasi 400 metri. "Nella prima fase, circa 30 anni fa - spiega il docente universitario -, si pensava di fondarle nel mare, ora la tecnologia si è evoluta e le torri saranno al villaggio Ganzirri, a Messina, e a Villa San Giovanni". Il ponte dovrebbe essere costruito a circa 70-80 metri sopra il livello del mare per permettere il passaggio delle navi di crociera. "Gli ambientalisti dicevano che l'ombra dell'infrastruttura poteva disorientare la fauna ittica, ma essendo così alto è un'ipotesi impossibile" assicura Muscolino. L'ex presidente del Senato, oggi candidato di LeU, Pietro Grasso, sabato a Palermo ha bocciato l'opera. "Che ce ne facciamo di un ponte che congiunge due deserti? Serve solo a qualche multinazionale, a qualche politico per guadagnare consensi" ha detto ampliando le fila dei 'no ponte' che hanno nel sindaco di Messina, Renato Accorinti, la loro bandiera. "E' una stupidaggine. Il ponte crea sviluppo nelle terre che collega" dice Muscolino. Un esempio? "Il ponte di Akashi Kaikyō, il ponte sospeso più lungo del mondo che sorge in Giappone, unisce la città di Kōbe sull'isola di Honshū all'isola Awaji, un'isola che era quasi disabitata e fu realizzato proprio per svilupparla".