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Carlo De Benedetti, dopo il fisco arrivano nuovi guai con l'Inps

Giovanni Ruggiero
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Prima le tasse non pagate che hanno affondato i bilanci del 2017. Adesso i sospetti di una truffa all' Inps sul prepensionamento dei dirigenti. Non sono certo giorni facili in casa De Benedetti. Il gruppo editoriale raccolto intorno a Repubblica, molto caro all' Ingegnere, procede a slalom fra problemi con il ministero delle Finanze e ora con l' Inps. Ieri ha ricevuto la vista della Guardia di Finanza. C' è un sospetto di truffa che diventa ancora più amaro considerando che Tito Boeri è stato direttore scientifico della Fondazione Rodolfo De Benedetti fino al 28 marzo 2015 quando fu chiamato da Renzi a guidare l' ente di previdenza. Insomma un brutto pasticcio per il quotidiano di cui Tito Boeri è stato anche apprezzato editorialista. Ma soprattutto causa di nuovi imbarazzi per una casa che fatto della legalità e del rispetto delle regole la cifra di comportamento e anche la chiave del successo in edicola. Altri tempi. Ora invece i lettori si stanno assottigliando e, contemporaneamente vengono fuori comportamenti su cui la Procura di Roma ha acceso un faro. Un' altra tegola dopo la condanna per evasione fiscale. La pena è stata patteggiata con il pagamento di 175,3 milioni. Uno sconto sulla condanna di 388,6 milioni. Che brutte storie per un' azienda che aveva sempre affermato la propria diversità rispetto all' Italia alle «vongole». Ora rischia di finire nel piatto fumante. Leggi anche: De Benedetti, in forse l'archiviazione per presunto insider trading L' inchiesta della magistratura parte da una segnalazione degli ispettori dell' Inps. I sospetti nascono dalla girandola di fusioni (ultima delle quali con la Stampa) con ha portato a Gedi. Le variazioni di perimetro, secondo l' accusa, venivano sfruttate per cambiare anche i ruoli dei dirigenti. Circa 200 sono stati incentivati a scendere di un gradino per diventare quadro e talvolta anche poligrafico. In questa maniera potevano andare in cassa integrazione e poi essere prepensionati a spese dell' Inps. Il danno presunto per l' ente presieduto da Tito Boeri è di una trentina di milioni. Naturalmente le accuse andranno provate. Ma certo la situazione non è comoda. Soprattutto dopo la multa per le tasse non pagate nel 1991 al momento della fusione fra Repubblica e la Cartiera di Ascoli. Un' altra operazione fatta con troppa disinvoltura. La notizia della perquisizione è costata un ribasso del 4,73% al titolo Gedi a 0,483 euro. Lo scivolone porta al 40% il ribasso in un anno. La caduta che si sta trasformando in valanga considerando che metà del ribasso (20%) è stato realizzato nell' ultimo mese. Spaventa soprattutto il terremoto che ha coinvolto un gruppo che per quarant' anni si era distinto per la stabilità: due direttori dopo Scalfari, un paio di amministratori delegati. Lunghe presidenze. Adesso sembra il bar di Guerre Stellari: vice direttori che vanno via dopo tre mesi, forse perchè non hanno ottenuto la direzione. Eugenio Scalfari che litiga con Carlo De Benedetti che, a sua volta, incassa la censura del figlio Rodolfo. Un blasone che si appanna. I lettori che si fanno meno numerosi. di Nino Sunseri

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