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Suzanne Heywood, la "lady Trattore" che piace a John Elkann: i segreti della sua ascesa in Fca

Davide Locano
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È una stretta collaboratrice di John Elkann, una sua vicina di stanza negli uffici londinesi che ospitano sia la presidenza di Exor che la sede dell'Economist. E con il numero uno del clan Agnelli Fca condivide la passione del mare. Ma non è certo per questo che lady Suzanne Heywood, moglie di sir Jeremy, è stata scelta come presidente di Cnh Industrial, ruolo in cui esordirà domani a Londra davanti agli analisti. Il suo è un curriculum di prim'ordine, assai più ricco delle stringate note ufficiali distribuite sabato sera, nella tragica serata delle scelte del dopo Marchionne. A partire dal nome da ragazza: Cook, quasi un sigillo del destino. Suzanne, capelli rossi, carnagione molto british, ha avuto un'infanzia particolare, scorrazzando con i genitori, Gordon e Mary, per i mari del Sud, proprio sulla stessa rotta seguita dell'omonimo capitano di Sua Maestà (parente?) nel viaggio che gli fece scoprire le Hawaii. Ma il capitano James, nel XVIII secolo impiegò quattro anni per approdare con la «Hma Resolution» nell'arcipelago dove trovò la morte per mano dei nativi. La famiglia Cook, al contrario, ha veleggiato nell'emisfero australe per dieci anni, come forse era destino di Suzanne, nata a Southampton, il porto dei viaggi verso l'America (Titanic ma non solo). Leggi anche: La clamorosa gaffe del Corsera su Sergio Marchionne MARE E FINANZA Sembra strano, dopo un'infanzia del genere che l'adolescente Suzanne abbia lasciato la vela per le più sedentarie aule dell'università. Ma sia ad Oxford che a Cambridge dove ha conseguito due dottorati (psicologia e zoologia) miss Suzanne si rivelò un'ottima studentessa, pronta per una brillante carriera, prima al servizio del governo, poi in McKinsey. Negli anni Novanta Suzanne, allora alle dipendenze del Tesoro, incontrò un brillante sir Jeremy Heywood destinato a diventare, come scrisse The Mirror «il più potente uomo del Regno Unito che non ha mai affrontato un'elezione». Sir Jeremy, che è stato il consigliere più ascoltato di tre Cancellieri dello Scacchiere e di diversi premier, in quegli anni trovò il tempo per conquistare il cuore della giovane Suzanne. Con la discrezione dell'upper class britannica: a rivelare che tra i due c'era del tenero fu l'addetta stampa di Whitehall, rivelando che i due prendevano lo stesso metrò. Da quel giorno i due viaggiarono solo in carrozze separate. L'amore ed i figli (tre in tutto) non hanno però distolto la signora Heywood, nel frattempo diventata Lady Suzanne dopo l'onorificenza concessa dalla Regina a Jeremy, da una brillante carriera. È stata segretaria personale del Financial Secretary, il responsabile degli aspetti della fiscalità diretta, e ha avuto un ruolo importante nella politica di privatizzazione delle attività dell'esecutivo che ha caratterizzato il dimagrimento della burocrazia del Regno Unito. E ha inoltre svolto un ruolo di supporto del Cancelliere durante le negoziazioni presso l'Ecofin, il Consiglio dei ministri delle Finanze Europei, a Bruxelles. Entrata in McKinsey come associato nel 1997 è presto diventata Senior Partner. Per diversi anni ha diretto la service line globale per la progettazione organizzativa, e si è inoltre occupata a lungo degli aspetti strategici dei clienti in diversi settori. Ha pubblicato il libro Reorg, un manuale di organizzazione aziendale ed è stata docente ospite all'Università Tsinghua di Pechino. Senza trascurare il ruolo di madre («Io e Jeremy - confidò in una rara intervista al Times - ci alterniamo: il sabato lui dorme fino a tardi ed io mi occupo dei ragazzi. La domenica ci diamo il cambio») o gli altri interessi, che l'hanno portata nel tempo ad entrare nel board della Royal Opera House e a diventare vicepresidente del Trust della Royal Academy of Arts. ANTI-BREXIT L'incontro con John Elkann avviene nel 2016, quando Suzanne viene scelta come managing director di Exor ed entra nel board dell'Economist, di cui lei e il marito Jeremy condividono la scelta della campagna del Remain, in aperta sfida alla Brexit. Insomma, un curriculum di prim'ordine per l'ex marinaia. Ma che c'entra con i camion e le macchine movimento terra di Cnh. C'entra eccome perché, come notano gli analisti di Fidentis, Lady Suzanne è un'esperta delle riorganizzazioni aziendali con un occhio particolare per le operazione di spin-off. Il suo compito, in attesa che i cacciatori di teste individuino il prossimo ceo, carica vacante dalle dimissioni di Richard Tobin nello scorso marzo, sarà quello di individuare i confini dello scorporo di Iveco dalla casa madre. Nel frattempo, a lei toccherà di diritto la nome di «lady dei trattori». di Ugo Bertone

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