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Bruno Vespa, la scomoda verità che uccide il sovranismo: il "pizzino" a Salvini e Di Maio

Gino Coala
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Quel che sta accadendo alla Turchia dovrebbe aprire gli occhi agli italiani, che di svalutazioni improvvise e tempeste finanziarie scatenate dai mercati ne ha passate tante e ancora ne porta i segni. Dalla mitologica svalutazione della lira nel 1992 fino all'impallinamento del governo Berlusconi nel 2011 con lo spread schizzato da 140 a 400 e passa punti, ricorda Bruno Vespa sul Quotidiano Nazionale, la lezione che ne abbiamo tratto è che "con i mercati non si scherza". Leggi anche: Perché la crisi turca può far crollare l'Italia: verso il disastro finanziario Le minacce dello spread sull'Italia hanno già influenzato la vita del governo italiano, sin da prima che si formasse l'alleanza Lega-M5s. A maggio Cottarelli aveva rinunciato, temendo un raddoppio del differenziale Bund-Btp già a 300 punti. Oggi lo spread è a 260, costringendoci a rinunciare a due miliardi di interessi fino alla fine dell'anno. L'avvertimento di Vespa a Matteo Salvini e Luigi Di Maio è sull'immediato futuro e sulle mosse da fare: "Se la soddisfazione delle promesse elettorali mandasse i conti fuori binario, lo spread esploderebbe e il governo forse dovrebbe dimettersi. Ma intanto, avremmo buttato al vento fior di miliardi. Sarebbe perciò incomprensibile un derby tra Conte/Tria e Di Maio/Salvini che procura solo confusione. Saremmo ovviamente tutti felici di avere al più presto date di pensionamento più eque, reddito di cittadinanza e tasse più basse". Il sistema economico però poco si concilia con le posizioni più radicali: "La globalizzazione toglie sovranità - ricorda Vespa - E comunque nessun buon padre di famiglia spende troppo più di quel che può permettersi".

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