Pensioni, il paradiso senza tasse a due ore dall'Italia: salta l'obbligo di residenza, come fregano il fisco
Espatriare dall'Italia una volta raggiunta la pensione è una mossa sempre più diffusa tra gli italiani che smettono di lavorare, con un flusso in continua crescita verso il Portogallo, vero e proprio Paradiso per chi sogna un fisco più sostenibile. La regola imposta da Lisbona è molto semplice: chi prende la qualifica di "residente non abituale" in Portogallo, non paga un euro di tassa sul reddito per dieci anni. Per approfondire leggi anche: Il governo crea un paradiso fiscale in Italia: le regioni senza tasse per i pensionati Prima però che il pensionato italiano possa godere di tutti i vantaggi del fisco portoghese, deve dimostrare di risiedere lì almeno 183 giorni all'anno e infine superare l'esame degli addetti fiscali. Un sacrificio che vale la pena affrontare, visto che una pensione di 850 euro versata in Italia, in Portogallo diventa di 1150, una da 2 mila euro netti arriva fino a 3 mila. E in Portogallo gli italiani sono in grado di esportare anche il vecchio adagio: "Fatta la legge, trovato l'inganno". Nei forum e nelle chat dei pensionati ci sono intere pagine in cui si spiegano i modi per evitare l'obbligo di residenza. Per esempio c'è chi fa collezione di scontini, anche grazie ai commercianti compiacenti, così da dimostrare di aver vissuto in Portogallo, magari mentre si era comodamente con i nipoti a casa propria in Italia. Poi c'è il trucco della casa affittata da 4-5 persone insieme, che dividono le spese e prendono quindi la residenza spendendo il minimo possibile. Può filare tutto liscio, almeno finché il fisco portoghese non scopre il trucchetto. Lisbona ha aumentato i controlli, incrociando bollette e biglietti aerei e pedaggi autostradali. E se qualcuno viene beccato, è costretto a rimborsare subito tutto quello che ha evaso.