Golpe finanziario, l'allarme dell'ex Bce Bini Smaghi: "Cosa deve fare il governo, subito". Bomba sulle banche
Il tempo stringe, il golpe finanziario è dietro l'angolo. Ad ammetterlo, neppure tanto velatamente, è Lorenzo Bini Smaghi, economista ex Bankitalia e Bce e oggi presidente della banca francese SocGen. "Servirebbe un Consiglio dei ministri da tenere in tempi brevi, anche ai primi di settembre - spiega a Repubblica -, che fissi alcuni paletti fondamentali su cui imperniare il ritorno della fiducia verso il nostro Paese". "L'ideale - prosegue Bini Smaghi - sarebbe una sorta di pre-approvazione del primo comma dell'articolo 1 della Legge di Bilancio, con il dato dell'indebitamento della pubblica amministrazione per il 2019. Si anticipi insomma a quanto si vuole fissare il rapporto deficit/Pil e di conseguenza il debito". Tutto questo per mettere un freno alla paura dei mercati internazionali e alle manovre degli speculatori che potrebbero gettarci in poche settimane in un nuovo 2011. Leggi anche: L'ombra di Elsa Fornero sull'attacco finanziario all'Italia "Gli investitori, le agenzie di rating, i mercati, si stanno focalizzando sempre più sulla data di metà ottobre, quando verrà presentata la Legge di Bilancio", analizza Bini Smaghi. E così il 15 ottobre diventa una ossessione pericolosissima. "Prevarrà, ci si chiede, la linea Tria" per la riduzione del rapporto debito/Pil oppure "la linea Borghi che vorrebbe uno sforamento dei parametri"? Il nodo, però, restano sempre le banche: la fuga di investitori stranieri dai titoli di stato italiani (70 miliardi in meno in due mesi) ha spinto le banche italiane a comprare quegli stessi titoli, confidando nella "linea Tria". "Ma poi se prevarrà la tendenza al ribasso questi titoli si svaluteranno nei patrimoni erodendo il capitale disponibile delle banche per erogare nuovi prestiti a imprese e famiglie. Si rischia di creare così un circuito vizioso in cui a soffrire dello spread è soprattutto l'economia reale".