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L'allarme di Paolo Savona: "Con queste regole salta l'euro"

Cristina Agostini
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«La politica fiscale degli Stati membri non può essere posta al servizio della stabilità dell'euro, sottraendole la funzione indispensabile di mantenere l'economia dell'intera eurozona sulla strada della crescita invece di indurre una biforcazione dell'itinerario tra chi rientra nei due parametri fiscali e chi non riesce a farlo». Lo scrive il ministro delle Politiche Comunitarie Paolo Savona nel documento che ha inoltrato a Bruxelles, «Una politeia per un'Europa diversa, più forte e più equa». Leggi anche: Golpe finanziario, la "rete di protezione" segreta. Retroscena horror: perché siamo già commissariati «Se il principio è produrre avanzi di bilancio per ridurre il rapporto debito pubblico/Pil con effetti deflazionistici, la divaricazione degli itinerari di sviluppo dei paesi che si trovano al di sotto del 60% del rapporto debito pubblico/Pil e di quelli che si trovano al di sopra comporta conseguenze pericolose per la stabilità dell'euro e la coesione socio-politica». Nel testo si parla inoltre di «cecità fiscale» da parte dell'Ue e si evidenzia che «il Governo italiano chiede la costituzione di un gruppo di alto livello che coinvolga Stati membri e Commissione ponendosi una scadenza precisa per discutere tali questioni e pervenire alla definizione di un documento da presentare al prossimo Consiglio in merito ai passi da compiere per migliorare il benessere di tutti i cittadini europei. In particolare il Governo italiano richiede uno specifico impegno sugli investimenti».

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