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Manovra in deficit, l'Europa pensa alla procedura d'infrazione: ecco le conseguenze

Caterina Spinelli
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È stata raggiunta l'intesa sulla manovra al 2,4% di deficit sul Pil per i possimi tre anni. Il documento finanziario è stato approvato dal consiglio dei ministri poco dopo le 23 di ieri, giovedì 27 settembre. Una cifra, quella stabilita, che non solo supera il tecnicamente inviolabile 1,9% fissato dal ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ma anche il tetto massimo concesso dall'Europa. Proprio oggi l'Italia dovrà presentare i suoi obiettivi di bilancio a Bruxelles e, disattendere le cifre concordate con la Ue (la soglia europea sarebbe dell'1,6%, compresi tutti i margini di flessibilità concedibili), potrebbe generare conseguenze politiche e finanziarie non favorevoli al Paese. Leggi anche: L'Italia sfora il bilancio come Macron Oltre alla possibilità di vedersi bocciare la legge di Bilancio, l'Italia potrà incappare in una procedura di infrazione per eccesso di deficit, avviata dalla stessa Ue. Ma non solo perché a preoccupare maggiormente è l'innalzamento dello spread. Un assaggio del crollo dei mercati l'Italia lo ha ricevuto già ieri pomeriggio, dopo che Luigi Di Maio ha preannunciato uno sfondamento del deficit sopra il 2%. Oggi il bis, con lo spread che ha chiuso a 269 punti base e Piazza Affari che ha lasciato il 3,72 per cento. Segno dunque che i mercati hanno messo sotto osservazione la capacità del Paese di ripagare il suo debito. L'Italia, in precedenza, aveva fatto infuriare l'Unione Europea per non avere rispettato la riduzione del debito prevista dalle regole comunitarie, questa volta però il rischio a cui andiamo incontro sembra peggiore. 

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