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Banca Carige a rischio fallimento, gli esperti: "Serve un maxi-bond, ma è difficilissimo"

Davide Locano
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Ombre sempre più nere su un colosso italiano: Banca Carige, infatti, appare sempre più in bilico. Dopo la bocciatura di Fitch, che ha ulteriormente tagliato il rating dell'istituto di credito parlando apertamente di "rischio fallimento", nella seduta di giovedì 11 ottobre a Piazza Affari il titolo ha perso un ulteriore 6,12%, scivolando all'irrisorio valore di 0,0046 euro per azione, il minimo storico. Fa impressione pensare al fatto che solo un anno fa il gruppo aveva fatto un aumento di capitale da 560 milioni di euro: ora, in Borsa, vale meno di 273 milioni. Il cda della banca si è riunito giovedì per valutare la cessione di 380 milioni di crediti incagliati a un fondo statunitense ma, come sottolinea Il Giornale, soprattutto per cercare un "promesso sposo", un interlocutore che possa evitare di dover chiedere nuovamente soldi al mercato. Una soluzione va trovata entro la fine di novembre, altrimenti l'istituto potrebbe diventare ufficialmente la prima "vittima dello spread" (oltre che uno spinosissimo caso per questo governo). Leggi anche: Il piano giapponese per salvarsi dallo spread: cosa rischiano i cittadini La situazione, insomma, è gravissima. Secondo gli esperti, ora serve un bond subordinato il quale però, secondo Akros, "appare oggi piuttosto difficile in un mercato in cui le condizioni generali per le banche italiane sono cambiate". Insomma, l'unica soluzione per salvare Carige, ad oggi, sarebbe un maxi-bond. Ma la soluzione sarebbe di difficile attuazione. Sempre secondo Il Giornale, una possibilità sarebbe che ad accompagnare Carige verso la salvezza possa essere Mps: le due banche, dopo essersi ripulite dalle sofferenze, potrebbero infatti offrirsi ad un terzo partner che faccia da polo aggregante. Ma, ad oggi, la soluzione al giallo non è mai apparsa così lontana.

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