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Juncker: "Italia non rispetta parola data" Il monito di Draghi

AdnKronos
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Parigi, 12 ott. (AdnKronos) - "L'Italia non rispetta la parola data, il suo precedente governo si era impegnato ad un rapporto deficit/pil allo 0,8% nel 2019, il nuovo Governo lo porta al 2,4%". Ad affermarlo, in un'intervista a 'Le Monde', è il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker che, commentando la manovra annunciata dal Governo Italiano, invita l'Italia a "rispettare le regole per non mettere a rischio la solidarietà europea". Il Governo italiano "è libero nelle sue scelte" sia per quanto riguarda le misure previste dalla manovra per combattere la povertà sia per quanto riguarda "il reddito di cittadinanza o la fiscalità delle imprese", sostiene Juncker, aggiungendo che l'Italia "deve tuttavia rispettare le regole per non mettere a rischio la solidarietà europea". "In ogni caso - sottolinea - non ho niente contro l'Italia. Al contrario. Amo l'Italia. Bisogna smettere di descriverci come mostri freddi e dentro a bunker, insensibili al richiamo dei popoli". "Esamineremo il progetto italiano di budget 2019 tra il 15 ottobre e fine novembre, senza ira e senza parzialità - spiega il presidente della Commissione Ue - Il nostro mandato non è rovesciare un Governo o creare problemi con dei comportamenti inappropriati o delle dichiarazioni eccessivi". Confrontando la situazione dell'Italia con quella della Francia Juncker sostiene che "ci sono più di qualche sfumatura tra il caso italiano e quello che viene chiamato 'il precedente francese' - il deficit francese è rimasto al di sopra della soglia del 3% durante nove anni - rileva Juncker - Il livello del debito italiano è molto più elevato da quello francese, anche se resta troppo importante". "Da quando guido la Commissione Ue - sottolinea il presidente - la Francia non ha fatto nulla che avrebbe aumentato il suo deficit. Ha sempre rispettato la sua parola anche se non fu semplice. L'Italia non la rispetta - sottolinea - il suo precedente governo si era impegnato ad un rapporto deficit/pil allo 0,8% nel 2019, il nuovo Governo lo porta al 2,4%". IL MONITO DI DRAGHI - Da Bali è arrivato anche il monito del presidente della Bce Mario Draghi, rivolto ai paesi - come l'Italia - più esposti sul fronte del debito pubblico. Nell'Eurozona "l'attuazione delle riforme strutturali - spiega Draghi - deve essere sostanzialmente rafforzata" mentre la ripresa in atto "richiede anche la ricostruzione dei buffer fiscali. E ciò è particolarmente importante nei paesi in cui il debito pubblico è elevato e per il quale la piena adesione al patto di stabilità e crescita è fondamentale per salvaguardare posizioni fiscali sane". Per il presidente della Bce, "l'attuazione trasparente e coerente del quadro di governance fiscale ed economica dell'UE rimane essenziale", ha osservato. Per Draghi, "nell'Eurozona, al fine di trarre tutti i benefici delle misure di politica monetaria della Bce, le politiche di altri settori devono contribuire in modo più decisivo all'innalzamento del potenziale di crescita a lungo termine e alla riduzione delle vulnerabilità".

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