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Pensioni, slitta quota 100 per gli statali: niente ritiro prima di giugno 2019

Caterina Spinelli
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L'arrivo della quota 100, primo passo per il superamento della legge Fornero in tema di pensioni, è atteso per il 2019. Ma non per tutti: i dipendenti statali dovranno aspettare prima di usufruire della possibilità di andare in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi. Per loro - fa sapere Il Messaggero - servono tre mesi di preavviso, che se sommati agli altri tre della prima "finestra di uscita", non permetterebbero il ritiro prima di giugno 2019. Ad essere soddisfatta della modifica è Giulia Bongiorno, ministra della Pubblica Amministrazione, "che spera di ottenere più tempo per organizzare i concorsi e nominare i sostituti dei neo pensionati".  Leggi anche: Ecco quanto ci costerà la quota 100 Eppure - secondo le prime stime - sono oltre 170 mila i lavoratori statali, su un totale di 400 mila possibili pensionati, ad usufruire della quota 100. Un numero non da poco, visto che, a questa porzione già abbastanza grande, vanno poi aggiunte le 147 mila persone che andranno in pensione, secondo quanto già previsto per i limiti fissati per legge, nel 2019. I tre mesi di slittamento, però, fanno bene alle casse dello Stato: per quasi la metà della platea della misura gli stanziamenti saranno minori. Non solo, perché il governo mette anche in conto che non tutti decideranno di usufruire della misura, viste le penalizzazioni previste. Leggi anche: Manovra, Salvini: "Non torniamo indietro" Le novità per gli impiegati pubblici non finiscono qui. Il Tfs (Trattamento di fine servizio), con le norme attuali, viene pagato subito per gli importi superiori ai 50mila euro, mentre il resto si ottiene fino a quattro anni dopo il pensionamento, a seconda degli importi. Ora l'esecutivo vorrebbe mettere una pietra sopra questa prassi e anticipare la liquidazione, facendola pagare direttamente alle banche con un prestito che lo Stato dovrà poi rimborsare, pagando dopo cinque anni gli interessi agli istituti. Ecco che si affronterebbe un'altra riduzione di spesa: i costi per le liquidazioni non peserebbero nell'immediato. Secondo i conti su 170mila pensioni anticipate parliamo di più di 4 miliardi di euro di costo. Insomma, non sono proprio pochi spicci. 

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