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Manovra, bocciato l'emendamento che esclude la patrimoniale: il sospetto sul governo, verso la stangata?

Davide Locano
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Passi in avanti sulla manovra per quel che riguarda l'intesa tra governo italiano e Commissione Europea: come è noto, il deficit è passato in un batter d'occhio dal 2,4% al 2,04 per cento. Ma ancora, per esempio al burocrate filo-francese Pierre Moscovici, non basta: chiede di più. Richieste che pesano sul governo. Passi in avanti sì, ma a quel prezzo, dunque? Matteo Salvini e Luigi Di Maio non vogliono ulteriormente. E non solo, le tensioni tra i due si moltiplicano, per lo spettro della possibilità che uno dei due debba rinunciare a qualcosa in favore delle politiche dell'altro. Il tutto mentre il rapporto con Giovanni Tria, il titolare "alieno" dell'Economia, si fa sempre più complesso. Insomma, la situazione si fa sempre più complessa. E lo spiega nel dettaglio Fausto Carioti, su Libero in edicola oggi, venerdì 14 dicembre. Di seguito, vi proponiamo un estratto del suo articolo, in cui si dà conto di un'ultima, spaventosa, possibilità: quella della patrimoniale. Leggi anche: Ghisleri, il sondaggio riservato sul "crollo perpendicolare" del M5s Di seguito, l'estratto da Libero: Le difficoltà della coalizione sono confermate dai 3.400 emendamenti presentati alla manovra, molti dei quali firmati proprio da parlamentari di Cinque Stelle e Lega. Ieri, durante la discussione del decreto fiscale, il governo è stato battuto dalla sua stessa maggioranza su un ordine del giorno del Partito democratico su cui l' esecutivo aveva dato parere favorevole; subito dopo, su un altro odg, la maggioranza si è spaccata e i due partiti che la compongono hanno votato in maniera diversa (il M5S assieme al Pd). Le cose funzionano solo quando si impone la fiducia. Ieri ne sono state votate due: una alla Camera, proprio sul dl fisco, diventato legge (310 voti favorevoli e 228 contrari), e una al Senato, al disegno di legge anticorruzione (che dovrà tornare nell' altro ramo del Parlamento), approvato con 162 "sì" e 119 "no". Il dato più inquietante, però, è che l'alleanza di governo ha respinto l'ordine del giorno di Forza Italia volto a «escludere sin da subito» che sarà varata «una patrimoniale». Chi teme la stangata ha un motivo in più per farlo. (F.C.)

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