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Fisco, Capitali all'estero e soldi in nero: "Ecco come recuperare 30 miliardi"

Giulio Bucchi
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Da 20 a 30 miliardi circa, per stare bassi, in pratica l' ammontare di una manovra finanziaria. A tanto assomma, secondo l' avvocato Stefano Loconte, fondatore e managing partner dell' omonimo studio legale e tributario e titolare delle cattedre di Diritto tributario, Diritto dei trust e Finanza islamica all' Università Lum di Bari. Sua la proposta di un pacchetto fiscale basato su due pilastri: la voluntary disclosure, in pratica il rientro dei capitali dall' estero, a regime, e la regolarizzazione del contante in nero. Come si arriva a questo introito? «Secondo le stime di Bankitalia all' estero ci sarebbero ancora 180 miliardi di euro...». Nascosti al fisco?  «Probabilmente, in buona parte, nascosti al fisco, tre volte tanti quelli rientrati in Italia con la voluntary disclosure varata come misura eccezionale negli anni 2015-2017». In cosa differisce la sua proposta sul rientro dei capitali?  «Se quella misura per un arco di tempo limitato ha consentito di regolarizzare 60 miliardi con 5 miliardi di gettito, moltiplicando per tre gli importi in gioco si può arrivare a 15 miliardi. Ma siamo prudenti e ne prevediamo 10». Perché dovrebbero emergere ora i capitali che sono rimasti schermati al fisco con la voluntary degli anni scorsi?  «C' è stato poco tempo per predisporre la documentazione che era molto complessa per ricostruire tutti i patrimoni. Molti non hanno fatto in tempo. D' altra parte non è mia l' idea di mandare a regime la voluntary...». Di chi è?  «Dell' Ocse, l' Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che ha immaginato di mandarla a regime una volta esaurita la misura straordinaria». In realtà per far rientrare i capitali si potrebbe utilizzare il ravvedimento operoso...  «Vero, ma non prevede la copertura penale che rappresentava il vero valore aggiunto della misura, che dal punto di vista economico non era poi così conveniente». Qualche Paese ha scelto di mandarla a regime?  «Sì, ben 38 l' hanno mandata a regime». Anche i big dell' economia?  «Molti Paesi di primo piano come Austria, Canada, Francia, Germania, Irlanda, Norvegia, Olanda, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti. E sta funzionando». Cosa dice della «non punibilità» prevista dal provvedimento straordinario?  «La trasporrei in quello a regime, replicando la non punibilità limitata ai reati tributari e non a tutti. Sicuramente non per quelli gravi, come l' emissione di fatture false, un reato gravissimo, che non era coperto». Parliamo della regolarizzazione del contante. Cosa dovrebbe riguardare?  «I patrimoni detenuti illegalmente in Italia». E di quali cifre parliamo?  «Sullo stock di banconote da 500 euro stampate soloil 30% è in circolazione. Il differenziale è bloccato da qualche parte. In nero. Girano stime secondo cui ci sarebbero circa 150 miliardi in contanti nascosti nelle cassette di sicurezza». E come si possono regolarizzare questi altri soldi?  «Obbligando i contribuenti a farlo». Facile in teoria...  «Guardi, il grosso del nero è in banconote da 500 euro che da gennaio 2019 la Bce ha smesso di stampare. Basta mandarle fuori corso. Se non si vogliono perdere quei soldi bisognerà farli emergere». E quanto dovrebbe costare questa emersione?  «Il 30%». Non è un po' tanto? Non si corre il rischio di scoraggiare i possessori di questi soldi?  «Qualora vadano fuori corso credo proprio di no». Pure nel caso del contante si tratterebbe di un' autodenuncia da parte dei contribuenti?  «Sì, con una procedura rigorosa che dia modo all' amministrazione finanziaria di verificare se la dichiarazione del contribuente sia veritiera e che attesti chiaramente la natura solo fiscale di quel nero». Ma di quanti soldi in contanti stiamo parlando?  «Girano molte stime. C' è chi parla di 100 miliardi...». Il 30% di questo importo è una fortuna: 30 miliardi...  «Senza dubbio e da solo vale una manovra». di Attilio Barbieri

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