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Letta privatizzaIncassi previstiper 12 miliardiMa il Pd lo attacca

Via libera alla cessione di quote non di controllo di Stm, Enav, Fincantieri, Cdp reti, Cdp Tag, Grandi stazioni. Obiettivo: abbattere il deficit nel 2014

Matteo Legnani
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Il governo vende. Enrico Letta ha presentato questa mattina il piano di privatizzazioni che prevedela "cessione di quote pubbliche non di controllo, tranne per quel che riguarda la Sace, oggi in mano alla Cdp, per la quale invece ci sara' una maggioranza privata, come accade alle sue consorelle in Europa". Le società sono Stm, Enav, Fincantieri, Cdp reti, Cdp Tag, Grandi stazioni (ossia la parte dei negozi che si trovano nelle stazioni). In vendita anche il 3% di Eni, quota che permette allo Stato di non scendere sotto il 30% del colosso dell'energia. Dall'operazione, ha spiegato il presidente del Consiglio, "ci aspettiamo incassi per 10-12 miliardi di euro, una parte dei quali andrà direttamente nella riduzione del debito 2014, e una parte invece a rifinanziare la cassa depositi e prestiti. Il partito democratico è riuscito a dividersi anche su questo intervento: "Privatizzare frettolosamente le quote di colossi potrebbe rivelarsi addirittura dannoso per le casse dello Stato. Ricavare ora cifre sottostimate, a causa dei ridotti valori di borsa, impedirebbe al Tesoro di continuare ad incassare i ricchi dividendi che rappresentano ossigeno per il bilancio pubblico" hanno spiegato in una nota i deputati del Partito democratico Michele Anzaldi, Luigi Bobba, Lorenza Bonaccorsi, Federico Gelli ed Ernesto Magorno. "Il pacchetto di privatizzazioni è un intervento finalizzato a dare una prima risposta nel 2014 per avere, non solo il deficit, ma anche il debito pubblico verso un percorso di discesa per la prima volta dopo 5 anni di continua salita" ha spiegato Enrico Letta in conferenza stampa. Il debito, ricorda, "in 5 anni e' passato dal 105 al 133%. Il bilancio che noi vogliamo scrivere nel 2014 deve avere una riduzione del debito. E' un messaggio molto importante anche per convincere la Commissione europea a sbloccare ulteriori margini di flessibilità oltre quelli che abbiamo gia' a disposizione per il 2014".

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