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La Francia come la Norvegia

quote rosa nei Cda pubblici

Albina Perri
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La Francia come la Norvegia: ci saranno un tot di donne nei consigli di amministrazione dele società pubbliche quotate in Borsa. Il governo francese ha infatti proposto di riservare alle signore quasi la metà dei conisgli, il 40%.  In Norvegia è stato un successo: la soglia del 40% è stata raggiunta in pochi anni e adesso, accanto ai soliti 'maschi manager' ci sono anche donne.  L'idea nasce da un rapporto sull'uguaglianza nel mondo del lavoro presentato da Brigitte Grèsy, ispettore generale degli affari sociali, al ministro del Lavoro Xavier Darcos. Gresy si è accorta che i numeri dell'indagine sono sconfortanti: nei consigli di amministrazione delle cinquecento aziende principali di Francia le donne sono soltanto l'8%. E il 60% di queste grandi imprese ha consiglieri esclusivamente di sesso maschile. Così la proposta: copiamo dalla Norvegia per le società quotate e le imprese pubbliche. Sarkozy d'altronde non può ignorare il problema dato che si prepara alla concertazione sull'uguaglianza professionale in autunno e la presenza femminile in ruoli imprenditoriali di comando non può essere ignorata. A Oslo nel 2003 quando la legge fu introdotta, la percentuale dei dirigenti femminili era del 6%. Ma in sei anni la rivoluzione si è compiuta ed oggi le norvegesi rappresentano il 44% dei consigli di amministrazione, una quota rosa da record. In Italia le donne ai vertici sono il 2,1%. E ancora peggio fa il Portogallo con l'1%. In Spagna, Madrid ha provato ad adottare il modello scandinavo invitando le aziende a raggiungere l'obiettivo entro il 2015. Ma è un invito, non un obbligo come in Norvegia, dove il governo ha minacciato di chiudere le aziende che non avessero rispettato la normativa.

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