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Crisi, arriva lo scudo fiscale

Idv: buono per casta piduista

Silvia Tironi
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Via libera del Consiglio dei ministri al Documento diprogrammazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanzapubblica per gli anni 2010-2014. Arriva, in altre parole, lo scudo fiscale. "La norma prevede - si legge nellarelazione tecnica presentata in commissione Bilancio e Finanze allaCamera a firma dei relatori - l'istituzione di un'imposta straordinaria sulleattività finanziarie e patrimoniali, detenute fuori dal territoriodello Stato» e a «condizione che le stesse vengano rimpatriate inItalia da paesi Extraeuropei nonchè regolarizzate ovvero rimpatriateperchè in essere in Paesi dell'Unione europea e in Paesi aderenti allospazio economico europeo che garantiscono un effettivo scambio diinformazioni fiscali in via amministrativa". Prima di diventare legge lo scudo fiscale dovrà avere l'ok di Bruxelles. Lo spiega il ministro dell'Economia Giulio Tremontidifendendo a spada tratta la scelta del governo di inserire ilprovvedimento come emendamento al decreto anti-crisi. E il premier garantisce: "Il bilancio italiano è stato ritenuto da tutte le istituzioniinternazionali e dal presidente della Commissione europea affidabile ecredibile". Opposizione all'attacco - L'opposizioneperò insorge: dopo il "nuovo condono", attacca il Pd, aumenteranno letasse per gli onesti. Pesanti accuse anche da Di Pietro, secondo ilquale lo scudo è "un'impunità bella e buona" nei confronti deglievasori. Quindi chiosa: "Lo scudo fiscale serve a una piccola casta piduista, a far rientrare icapitali della famiglia Agnelli, di Berlusconi e della famigliaMarcegaglia". Dario Franceschini non ha usato mezzi termini: per lui lo scudo fiscale "è un condono nella versionepeggiore". Sulla stessa linea Pier Luigi Bersani, che parla di scelta "indigeribile per tre motivi: lo scontoè impressionante e incomprensibile per chi le tasse le paga; non sicapisce come garantire la certezza del periodo fiscale in esame e restaquindi ambiguo se si paghi il 5% o ancora meno; non c'è traccia alcunadi misure concrete tese a ripristinare la fedeltà fiscale". Intanto scoppia un acceso battibecco tra il ministro Tremonti e un cronista americano durante laconferenza stampa a Palazzo Chigi. Il cronista ha chiesto al responsabile deldicastero come si possano conciliare lo scudo fiscale e la lottaall'evasione e come mai abbia cambiato idea sullo scudo fiscalerispetto a quanto dichiarato negli anni scorsi. "Questo tipo di domandala rivolga ad Obama - ha prontamente replicato Tremonti - quando avràrisposta, io sottoscriverò quella risposta. Questo è un trucco che staadottando lei, io sono contrario ai paradisi fiscali. Concordo con lapolitica americana - ha aggiunto il ministro -, mandi una mail allaCasa Bianca e mi dica la risposta che otterrà e io la sottoscriverò".Quanto al rilievo del cronista sul fatto di aver cambiato opinione,Tremonti ha poi tagliato corto: "Sono coerente con quello che ho sempredetto" ha spiegato il ministro, voltandosi poi verso il leghistaCalderoli e sussurrando parole offensive (testa di... ) nei confrontidel giornalista. "Il vero beneficio di questo provvedimento - ha volutopoi precisare Tremonti sempre a proposito dello scudo fiscale - èchiudere la caverna di Ali Babà, perché è inutile fare finta dicontrastare l'evasione fiscale, quando si lasciano aperti i paradisifiscali". Il Dpef - "Negliultimi due-tre mesi si sono ripetuti segnali non negativi, perl'economia mondiale e per quella italiana. Le tensioni sui mercatifinanziari si sono gradualmente allentate. L'incertezza sulleprospettive economiche rimane legata, ma si sta evidenziandoun'attenuazione delle spinte recessive. In varie sedi e forme siipotizza la ripresa a partire dal 2010". Comincia così il primocapitolo del Dpef che è oggi all'esame del Consiglio dei Ministri. Ildocumento, che prevede per quest'anno una contrazione del Pil del 5,2%,quantifica anche la ripresa con un Pil a +0,5% nel 2010 e al +2% perciascuno degli anni 2011-2013. Il Dpef, senza nascondere che "lacrisi economica ha messo sotto pressione l'equilibrio dei contipubblici" spiega che "risulta essenziale ristabilire sin d'ora unpercorso di risanamento solido e credibile per il dopocrisi" conl'ottica anche di "continua a dare stabilità e fiducia agli operatorieconomici e ai mercati finanziari". Il documento conferma leindiscrezioni della vigilia con un Pil 2009 a -5,2%, il deficit 2009-5,3% che però se viene corretto per il ciclo cala al 3,1% (2,8 nel2010 e 2,5% nel 2011) e di un debito al 115,3%. Ma già indicamiglioramenti per il futuro, con il pil in crescita già il prossimoanno (+0,5%) e ancora di più in futuro (+2% per ciascuno anno deltriennio 2011-2013). Il deficit, che scende dal 5,3% di quest'anno al2,9% del 2012, si assottiglia dal 3,1% al 2,1% se si guarda al valorecorretto per il ciclo e senza una tantum. Ma l'impegno contenuto nelDpef va oltre il quadro macro riportato in base alle elaborazioni piùaggiornate. "Gli obiettivi - afferma il governo nel documento -rimangono quelli di una convergenza verso il pareggio di bilancio intermini strutturali e verso una graduale ma costante riduzione delrapporto debito/pil non appena la ripresa si sarà consolidata, percontinuare a dare stabilità e fiducia agli operatori economici e aimercati finanziari. L'impegno al riguardo è confermato". "IlGoverno intende agire per trasformare l'attuale crisi in un'opportunitàdi sviluppo e di rilancio per l'economia italiana, e più in generale diprogresso sociale per il Paese". È quanto prevede il Dpef che nelprimo capitolo "Sintesi e Conclusioni" delinea gli obiettivi dipolitica economica del governo. "L'economia italiana risultameno esposta ai fattori specifici della crisi finanziaria". È quantoafferma il Dpef che analizza "l'indebitamento delle famiglie inferiorerispetto all'area dell'euro (60% del reddito disponibile contro il 93%a fine 2008)" e, soprattutto, riporta i dati del "debito aggregato",che riunisce il debito cumulato dal settore pubblico e da quelloprivato, per mostrare che l'Italia, che nel 1995 era sopra la mediadell'Ue è ora sotto questa soglia. L'ammontare del "debito aggregato"pubblico-privato dell'Italia si attesta nel 2009 al 221% del Pil,ampiamente sotto la media dell'Ue che è invece del 246,7% del Pil. Ma -spiega il Dpef - "la posizione relativa dell'Italia rispetto ai paesieuropei è significativamente migliorata dal 1995 al 2009. Nel 1995,infatti, il debito aggregato italiano era al 193,4% del Pil contro unamedia europea del 183,4%. Un confronto sul "debito aggregato" deglialtri Paesi mostra che - mentre la Germania si attesta nel 2009 al200,1% del Pil - Francia, Regno Unito e Germania hanno una esposizionepeggiore dell'Italia (e gli ultimi due anche della media Ue). LaFrancia nel 2009 aveva un debito aggregato del 229% del Pil, il RegnoUnito al 277,5%, la Spagna del 265,3%. Esclusi tutti i reati - Nessun reato potrà più beneficiare dello scudo fiscale. I relatori deldecreto anti-crisi Chiara Moroni e Maurizio Fugatti correggono il tiroe modificano l'emendamento presentato stamattina al decreto nel quale,invece, venivano beneficiati reati come il falso in bilancio, ilriciclaggio, la ricettazione e la bancarotta. Nella nuova versionenessun reato potrà più essere 'salvato' ad eccezione delladichiarazione infedele e dell'omessa dichiarazione.

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