Siamo il maggior produttore europeo di petrolio se escludiamo Gran Bretagna e Norvegia coi loro giacimenti nel Mare del Nord. Una prerogativa che potrebbe però sparire presto, nonostante le nostre riserve di idrocarburi siano assai sotto-utilizzate. A superarci, di qui a qualche anno, potrebbe essere la vicina Croazia, che condivide l'affaccio sull'Adriatico. Il governo di Zagabria, come riporta un articolo del Messaggero, ha infatti lanciato una maxigara per la ricerca e lo sviluppo di idrocarburi. Mentre i No Triv italiani hanno bloccato le ricerche e i progetti alle isole Tremiti, a poche decine di chilometri i croati sono pronti ad estrarre quello stesso petrolio e gas al quale Roma sembra rinunciare. E quello che succede a sud è lo specchio di quello che avviene anche nel Nord dell'Adriatico. Mentre le concessioni italiane rimangono al palo, frenate da complicati iter procedurali e da una cascata di autorizzazioni (comprese quelle della Regione Veneto) per iniziare solo a pensare di installare una piattaforma, la Croazia ha messo il turbo ai suoi progetti di sfruttamento. Sotto i 12 mila chilometri quadrati di mare divisi in 29 concessioni ci sono 3 miliardi di barili, per i quali sono pronti a sfidarsi a suon di rilanci milionari tutte le grandi major mondiali, dalla Shell a Exxon, compresa l'italiana Eni.
