Taranto, 12 set. (Adnkronos) - "Registriamo con rammarico la messa in liberta' di circa 1.500 addetti del gruppo Riva operanti in 13 societa' riconducibili all'azienda di proprieta' della famiglia. E' la diretta conseguenza del sequestro preventivo per l'ammontare di 916 milioni di euro attuato ieri dalla Guardia di Finanza". E' quanto dichiara Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm. "Ancora una volta le iniziative disposte dagli uffici del Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Taranto - dice Ghini - determinano una ripercussione negativa sulla produzione siderurgica nazionale e sugli approvvigionamenti d'acciaio utili alle imprese manifatturiere italiane ed estere. Se e' vero che le parti sociali, datoriali ed istituzionali sono tutte coinvolte nel raggiungimento di un coerente equilibrio tra azioni di risanamento ambientale e ripristino produttivo relative al sito di Taranto, e' inconcepibile - aggiunge - che si mini la ripresa e l'occupazione confiscando strutture in questo caso riconducibili ad Ilva Spa, a Riva Forni Elettrici Spa, a Riva Fire Spa". "Si e' venuto a creare con questo ultimo annuncio di esuberi - aggiunge Ghini - un clima d'incertezza nel settore siderurgico che fa male ai tentativi di ripresa dell'economia italiana e all'immagine del Paese sui mercati internazionali. Il sindacato si prepara a reagire duramente".