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Coronavirus, poi recessione. Altro che ripresa nel 2021: se non ci uccide il Covid, moriremo di fame

Fausto Carioti
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È il momento degli spacciatori di facili entusiasmi. Nemmeno i migliori resistono alla tentazione: Giuliano Ferrara pronostica sul Foglio «un nuovo gigantesco boom» appena passata l' epidemia. L' ultima volta che ci accadde qualcosa del genere fu grazie al piano Marshall: all' Italia, tra il 1948 e il 1951, arrivarono 1,2 miliardi di dollari, pari a 13,5 miliardi di euro attuali. Purtroppo, non risulta che oggi Donald Trump intenda farci regali del genere.


Se sbaglia chi ha cultura, figuriamoci chi ne è carente. Luigi Di Maio ieri ha esultato perché il patto di stabilità è stato sospeso.
«L' Europa ci dà ragione», trilla il ministro degli Esteri, «l' Italia ha la necessità di spendere tutto il denaro necessario». Per quelli come lui, il via libera di Bruxelles rappresenta un invito irresistibile a bruciare altri soldi.
Il reddito di cittadinanza, che grillini e sinistra puntano ad ampliare, costa già oltre 7 miliardi di euro l' anno, ma muove consumi per appena un terzo di quella cifra: doveva essere il motore che avrebbe fatto ripartire l' economia e il mercato del lavoro, ha fallito su tutta la linea. Quanto ad Alitalia, che con la scusa dell' epidemia sarà nazionalizzata, si è visto che fine fanno i denari pompati lì dentro. Tasse o bollette, intanto, non scendono di un centesimo.
 

Eurobond lontani - Tutto ciò che Ursula von der Leyen ci ha concesso è il permesso a fare altro debito che noialtri dovremo pagare, visto che gli eurobond senza condizioni, sognati dal governo italiano, non sono contemplati dai tedeschi e dai loro alleati del nord Europa. Quanto debito servirà per sanare le ferite? Dipenderà dalla durata del contagio. Le banche stanno sfornando rapporti più o meno riservati per i loro investitori e uno di questi, contenente la «Valutazione di primo impatto sulla pandemia del Covid-19» fatta dagli analisti di uno dei principali istituti italiani, è stato visionato da Libero.
Porta la data del 18 marzo e ipotizza per l' Italia quattro scenari.
La buona notizia è che in ognuno di essi, dopo un crollo dell' economia nel 2020, è previsto un rimbalzo nel prossimo anno. Non basta però a cancellare le notizie brutte, che sono due: in nessuno caso nel 2021 si riuscirà a recuperare quanto perduto, e in tutte le ipotesi il debito pubblico, oggi pari al 135% del Pil, è destinato a decollare.

Fuori dal tunnel - Lo scenario migliore è quello in cui le misure adottate dal governo non cambiano e l' uscita dal tunnel avviene alla fine di aprile. In questo caso l' economia scende "solo" del 2,1% nel 2020 e recupera quasi tutto (+2%) l' anno seguente. Stesso discorso per i consumi: -3% ora, +2,9% poi. Il debito balza a sfiorare il 140% del Pil, ma nel 2021 cala un pochino, restando comunque al 138,5%. Sfortunatamente, è un' ipotesi ottimistica: non si trova né un ministro né un virologo disposto a dire che tra un mese sarà tutto finito.
Più credibile, semmai, appare il peggiore degli scenari considerati: nuovo giro di vite da parte del governo e quarantena imposta sino alla fine di maggio. In questo caso i consumi crollerebbero del 13%, recuperando solo il 6,1% nel 2021, e il Pil arretrerebbe del 7,5% nel 2020, risalendo poi del 5%. Il debito pubblico andrebbe alle stelle, toccando subito il 149,9% del Pil e calando al 144,5% nel 2021. Se invece le misure d' emergenza dovessero irrigidirsi, ma comunque terminare entro aprile, come prevede uno degli scenari intermedi, ce la "caveremmo" con una discesa dei consumi pari all' 8,9% nell' anno in corso, compensata solo in parte (+6,2%) nel 2021.
Ciò che accadrà dipende anche da fattori come la resistenza del Covid-19 alle temperature primaverili, che al momento è un' incognita pure per gli scienziati. Alcune certezze, però, le abbiamo: la situazione economica si sta aggravando rapidamente; l' Italia parte già messa molto male; il governo in carica si sta dimostrando una sciagura ulteriore. Motivi per essere ottimisti, quindi, non se ne vedono, mentre le ragioni per prepararsi al peggio abbondano. Almeno finché il timone non passerà nelle mani di qualcuno che ne capisce, sempre che non sia troppo tardi.

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