Altro che messicani con il sombrero. Sembra che lo stereotipo di scansafatiche attribuito ai simpatici baffuti del centroamerica possa facilmente trasformarsi in un’accusa ai lavoratori italiani, sempre meno performanti sul loro posto di lavoro. A fotografare questa tendenza è stato l'Istat, l’istituto di statistica nazionale che ha calcolato la produttività sul lavoro negli ultimi 30 anni. E il risultato non è certo lusinghiero, soprattutto per quel che riguarda gli ultimi 10 anni, durante i quali gli italiani sembrano aver proprio battuto la fiacca. Complessivamente, infatti, il dato sulla produttività negli ultimi 30 anni è aumentato mediamente dell’1,2% all’anno, dato incrociato ovviamente con l’incremento delle ore lavorative settimanali. Ma questo segno positivo è frutto dei primi 20 anni presi in esame, ossia dal 1980 al 1999. Dal 2000 in avanti, invece, l’Istat fotografa un rallentamento delle performance produttive degli italiani sul luogo di lavoro. L’inversione di tendenza è certificata dal -0,5% annuo, frutto soprattutto di un ultimo triennio nerissimo da questo punto di vista, con un crollo annuale del 2,7%. Gli unici settori che si sono salvati sono quelli dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (+0,7% annuo nel periodo 2000-2009), paradossalmente proprio quelli messi a dura prova dalla crisi internazionale. Negli altri ambiti produttivi, invece, si è visto il segno meno: eclatante soprattutto il dato industriale degli ultimi nove anni, con un -3,9% che regala al settore la maglia nera della produttività.