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Silvio Berlusconi, la beffa dell'editto bulgaro. Causa milionaria, chi chiede (molti) soldi a Mediaset

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Un bel problema a casa Mediaset, l'azienda dei Berlusconi potrebbe dover sganciare quasi un milione di euro per risolvere il contenzioso legale con Agostino Saccà. A riportare la notizia è il Tempo, nella succosa rubrica Segretissimo di Andrea Giacobino. Il segugio del direttore Franco Bechis, spulciando il bilancio 2019 della Pepito Produzioni dell'ex direttore generale Rai e oggi produttore televisivo, ha scoperto che Saccà contesta a Reti Televisive Italiane (RTI), controllata da Mediaset, fatture non emesse per 860mila e 940 euro, più 341mila euro di interessi. Nel bilancio, si legge che qualche mese fa il tribunale ordinario di Roma "ha riconosciuto giudizialmente la spettanza di parte di tale credito per 280mila euro più interessi". 

 

 

 

Pepito Produzioni però farà ricorso in appello e giudica "possibile" il rischio che il Biscione non paghi. La situazione economica della società di Saccà è buona: nel 2019 ha chiuso con 18,6 milioni di ricavi, rispetto ai 12 milioni dell'anno prima, e un utile salito da 257mi1a a 421mi1a euro. "Tutto merito dei diritti incassati dai film Hammamet ispirato agli ultimi anni della vita di Bettino Craxi (Saccà ha avuto fra l'altro una lunga militanza socialista) - ricorda Il Tempo - e Favolacce, dal tv movie Mai scherzare con le stelle e dalla serie per la Rai Volevo fare la rock star". Dietro la battaglia legale con Mediaset, però, ricorda Giacobino, c'è una beffa del destino, quasi "una curiosa nemesi della storia": Saccà infatti "ha sempre avuto ottimi rapporti con Silvio Berlusconi che lo volle al vertice della tv di stato, incarico durante il quale nel 2002 chiuse la trasmissione Il Fatto di Enzo Biagi". Era il famoso "editto bulgaro". Storia passata.

 

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