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Corrado Passera, un colpo clamoroso in banca: piovono milioni di euro, quanto si è messo intasca

Nino Sunseri
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Sembra quasi un segno del destino. Dieci anni fa, nel 2011 Corrado Passera annunciava il suo passaggio dalla banca alla politica come ministro dello Sviluppo Economico del governo Monti. Lasciava a sorpresa la prestigiosa poltrona di amministratore delegato di Intesa Sanpaolo dov' era arrivato nel 2002 chiamato da Giovanni Bazoli. Nel 2021, tornato al suo lavoro, comunica che Illimity Bank, l'istituto di credito che ha fondato nel 2018 ha raggiunto il primo utile. A valere sull'esercizio 2020, pur pesantemente impattato dal Covid, segna un saldo positivo di 31,1 milioni contro una perdita di 16,1 milioni dell'anno precedente. Decisamente Corrado Passera indossa molto meglio le grisaglie del banchiere rispetto alle scapigliature della politica. Come dimenticare le foto che lo ritraevano in maglietta e con il bavaglio mentre manifestava contro il referendum istituzionale voluto da Matteo Renzi nel 2016?

 

 

IL PARTITO DI MONTI
Certo anche come politico non gli erano mancate alcune intuizioni degne di nota come il rifiuto di entrare a far parte del partito di Mario Monti. Voleva correre da solo. Nel 2015 aveva fondato la sua formazione chiamandola «Italia Unica». Le aspirazioni erano molto alte «Noi abbiamo l'ambizione di costruire un grande partito, anzi, il più grande partito italiano». Era il gennaio del 2015 quando, dopo vari annunci, Corrado Passera aveva dato consistenza ai progetti. Il programma era quello di realizzare una formazione di centro con lo sguardo rivolto a sinistra. Magari raccogliendo proprio l'eredità del partito di Monti che, comunque, alle elezioni del 2013 aveva convinto il 10% dei consensi. Era durata poco. Meno di due anni da quei proclami, nel settembre 2016, aveva annunciato: «Italia Unica esce dalla scena politica come movimento politico».

 

 

Fine di un'avventura che aveva conosciuto già le prime sconfitte con il ritiro dalla corsa per l'elezione a sindaco di Milano. Un investimento andato male anche sul piano finanziario considerati i costi, piuttosto elevati, sostenuti per allestire «Italia Unica». Probabilmente aveva pagato la sbornia per la politica anche sul piano professionale. Il suo piano di salvataggio di Mps cui teneva molto, non era nemmeno arrivato in consiglio d'amministrazione. A Siena era stato bloccato e la partita era finita con la nazionalizzazione del gruppo. Nessuno saprà mai come sarebbe andata se il piano di Passera fosse stato accolto. I buchi di Mps sono giganteschi come si è visto con l'ultimo bilancio. Un rosso di 1,7 miliardi che porta a 23 miliardi le perdite degli ultimi dieci anni. Probabilmente neanche Passera ce l'avrebbe fatta a risanare la banca più antica del mondo anche se nel suo curriculum ci sono due grandi successi che hanno segnato la storia della finanza italiana. Vale a dire la trasformazione di Poste Italiane con la nascita di Bancoposta che ha modernizzato il gruppo e ha sostenuto i bilanci a fronte della progressiva caduta dell'attività di recapito. E poi il risanamento dell'allora Banca Intesa che aveva preso in mano nel 2002 con i bilanci in rosso.

 

 

BANCA INTERPROVINCIALE
Il resto è storia recente. Spendendo unicamente il suo nome raccoglie 600 milioni con Spacx, una scatola vuota che più tardi verrà riempita con l'acquisizione della Banca Interprovinciale. Pochi sportelli nel modenese che però dispone della licenza bancaria. L'autorizzazione che serve per dar vita a Illimity. Tecnicamente è una fintech: un modello innovativo di credito che non ha sportelli e vive principalmente sulla rete. In questa maniera i costi della raccolta vengono sostanzialmente azzerati. L'obiettivo è quello di sostenere lo sviluppo delle pmi e gestire gli incagli delle altre banche. Complessivamente gli attivi della banca ammontano a quattro miliardi. «Per il 2021» annuncia Passera agli analisti, «continueremo a crescere insieme ai nostri clienti e ci aspettiamo una crescita significativa dei risultati, nonostante i costi e gli investimenti per lo sviluppo di nuovi progetti e il completamento della costruzionedella banca di nuovo paradigma che abbiamo promesso ai nostri investitori». Ieri la Borsa è rimasta guardare con il titolo sceso del 2,7% a 9,6 euro. 

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