Google: "regola dei cinque"
Solo 5 articoli gratis al giorno
Già si parla di "disfatta" per Google, e più in generale per il mondo multimediale, contro la rivalsa dell'editoria classica, ma in realtà, Google non sembra poi così intenzionato a cambiare rotta, come da tempo chiedono i tycoon dei media. Ma, un cambiamento, in effetti, è stato preannunciato sul blog di Google e riguarda il piano "First Click Free" – in italiano "Primo clic gratis" - con il quale è concesso visionare integralmente agli utenti di Google i contenuti generalmente disponibili solo con una sottoscrizione a pagamento (esempio Wall Street Journal, ma non solo), presentando una pagina di richiesta di abbonamento, qualora si clicchi su un qualsiasi link della pagina interessata. Secondo Google, il sistema è stato pensato per mediare tra l'esigenza degli editori di monetizzare i contenuti, e quella dei crawler di Mountain View di avere accesso al testo da indicizzare, e, infine, quella degli utenti di visionare "anteprime" abbastanza ampie del servizio offerto. Si tratta comunque di un sistema che si presta a facili abusi, dato che visto che, attraverso Google Notizie e Google Search, è possibile sviare dalla sottoscrizione, fruendo così dei contenuti gratuitamente. Google annuncia, quindi, un nuovo dispositivo che consente agli editori di obbligare i navigatori a identificarsi e a pagare un diritto d'accesso, se consulteranno oltre cinque articoli al giorno sul sito Google News. «Abbiamo deciso di permettere agli editori di limitare il numero di accessi gratuiti a cinque al giorno per internauta» spiega John Mueller, analista di Google, che mette in evidenza come questa possibilità viene offerta a tutti gli editori nelle pagine di “Google News”. Il primo motore di ricerca al mondo «aiuta i media a fare in modo che i loro contenuti siano accessibili a un ampio pubblico di lettori. Siamo coscienti del fatto che creare contenuti di qualità non é facile e spesso è costoso». In questo senso, c'è chi pensa che alla fine abbia vinto Murdoch e che Google si sia arreso: i lettori del web dovranno fermarsi dopo cinque articoli, è la fine delle notizie gratuite illimitate. L'annuncio è arrivato ieri da un blog di Google, mentre, a Washington, Murdoch discuteva davanti alla Federal Trade Commission del futuro dei giornali e di Internet. La guerra delle notizie era scoppiata qualche settimana fa, quando il più grande imprenditore della comunicazione nel mondo aveva aperto le ostilità contro Google, a cui voleva impedire di continuare a pubblicare i contenuti dei giornali senza spendere – o far spendere - un dollaro. Ancora ieri a Washington il proprietario di Sky ripeteva: «I creatori dei contenuti sopportano tutti i costi, gli aggregatori godono dei benefici. E questo, nel lungo termine, è insostenibile». Il sistema di Google ha fatto la fortuna del motore di ricerca di notizie, nato nel gennaio di tre anni fa, che consente a chi clicca sul portale di accedere gratis ai contenuti dei vari giornali. L'edicola virtuale ora non sarà più gratuita: Google permetterà agli editori di limitare l'accesso a un massimo di cinque articoli, leggibili attraverso il suo motore di ricerca. Con il metodo “first click free”, dopo i cinque accessi all'editore sarà possibile richiedere un pagamento. L'iniziativa di Google avviene dopo che il capo di News Corp. - che controlla dalle tv di Sky al "Times" di Londra al "New York Post" - aveva fatto balenare l'idea di togliere i suoi giornali dal motore di ricerca. In un primo momento Google aveva fatto intendere freddamente che tutti gli editori sono liberi di farlo, ma due settimane fa è arrivato il colpo di scena, con l'annuncio dei colloqui avanzati tra Murdoch e Microsoft: il primo avrebbe ceduto i diritti di pubblicazione web a Bing, il giovanissimo motore di ricerca con cui la casa di Bill Gates vuol fare concorrenza a Google. Ieri, comunque, le voci di un contatto tra i due si sono raffreddate: anche se l'interesse è reale, l'accordo economico è ancora lontano. In ogni caso, Google preferisce muoversi verso la richiesta di Murdoch, pagare per la pubblicazione della notizia sul web, poiché secondo l'australiano «quello che avviene oggi si chiama furto». News Corp. non ha ancora bene in mente un modello: «Siamo aperti a diverse opzioni pur di avere un onesto, anche se modesto, pagamento» per il valore che i creatori di contenuti offrono agli aggregatori: «io credo che ci arriveremo» ha detto, rispondendo alle critiche di coloro che continuano a sostenere che sia ancora presto. Secondo Google, il suo servizio “regalerebbe” ai giornali 100 mila clic al minuto, ma gli editori ritengono che quei clic non portino ricavi. La nuova “regola del cinque” dovrebbe cambiare ancora una volta lo scenario dell'informazione veicolata sul web.