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Pensioni, maxi-taglio per chi esce prima: ecco quanto si perde, dell'assegno restano le briciole

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Sta per scadere il tempo. Quota 102 è pronta ad andare in soffitta. Il prossimo 31 dicembre esce di scena la riforma previdenziale che prevede l'uscita anticipata a 64 anni con 38 anni di contributi. Il governo al momento non ha ancora indicato quale possa essere il nuovo sistema che va a sostituire Quota 102. Ma in queste ore, come riporta il Sole24Ore, si sta facendo strada un'ipotesi: uscita anticipata a 64 anni con almeno 20 anni di contributi. E così si fanno già i calcoli e le proiezioni sugli assegni. Precisiamo subito una cosa: molto probabilmente il calcolo dei nuovi assegni, soprattutto con uscita in anticipo, sarà totalmente contributivo.

 


E questo potrebbe portare qualche sgradevole sorprese nelle tasche di migliaia di pensionati. Passare dal sistema di calcolo misto a quello contributivo con l'uscita a 64 anni di fatto potrebbe comportare un taglio del rateo che va da un minimo del 10 per cento a un massimo del 18. Ma il picco sarebbe toccato solo a chi è ancora agganciato per motivi anagrafici al retributivo in modo consistente: qui il taglio sull'assegno ammonterebbe al 18,6 per cento.

 


I sindacati comunque al momento fanno muro e chiedono un pensionamento attorno ai 62 anni con una salvaguardia anche della parte retributiva. E resta sempre sul campo anche l'ipotesi quota 41 che piace tanto alla Lega e alla Cisl. Ma a conti fatti richiederebbe un esborso non indifferente alle casse dell'Erario. Si attende comunque una posizione chiara da parte di palazzo Chigi per capire in che direzione sta andando il cantiere previdenziale. Un cantiere su cui il governo si gioca anche la sua stessa sopravvivenza...

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