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Mario Draghi, la bufala su Borsa e spread: cosa sta accadendo ai nostri risparmi

Sandro Iacometti
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Come è comprensibile per una figura semi-leggendaria come Mario Draghi, che con il suo whatever it takes nell'estate del 2011 è riuscito ad evitare il tracollo dell'euro e delle economie più fragili del Continente, la verità sulle sue capacità si è spesso mescolata al mito. È sicuramente il caso delle convinzioni diffuse circa il suo potere di tenere a bada lo spread con lo sguardo o con l'imposizione delle mani. Con il suo arrivo a Palazzo Chigi, in effetti, il differenziale tra bund e btp, che viaggiava da tempo sopra i 200 punti, con picchi sopra i 300 tra la meta del 2018 e la fine del 2019 e un nuovo rialzo nella prima fase della pandemia, ha trovato subito sollievo, scivolando addirittura sotto i 100 punti. Passato l'effetto sorpresa, però, le cose sono cambiate.

 

 


Già ad aprile lo spread è tornato sopra tale soglia e, tranne rarissime eccezioni, non è più sceso al di sotto. Anzi, ha proseguito la sua lenta ma incessante risalita, fino ad arrivare, nella scorsa metà di giugno, quando la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha spaventato un po' i mercati annunciando la corsa al rialzo dei tassi e un possibile scudo di cui nessuno ha capito nulla, sopra i 250 punti. Un livello che non è stato raggiunto neanche ieri, con Draghi fuori gioco e la materializzazione dell'aumento del costo del denaro e dello scudo fasullo (che non proteggerà l'Italia).

 

 


La musica non cambia guardando i rendimenti dei Btp, che sono un indice ancora più affidabile della fiducia concessa dagli investitori al nostro Paese, perché non risente dello scostamento contestuale degli altri bond sovrani su cui è calcolato lo spread. Ebbene, basta scaricarsi da Google un grafico per rendersi conto di quello che è successo. Al momento dell'insediamento di Draghi, nel febbraio del 2021, il decennale era allo 0,6%. Da allora un po' di alti e bassi fino al settembre dello stesso anno e poi l'impennata continua. A metà giugno, per la solita storia della Lagarde, ha addirittura superato il 4%. Ieri, con le dimissioni definitive del premier si è fermato un po' sotto, al 3,6%.

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