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Gas ed euro, "la tempesta perfetta" è iniziata? Lunedì infernale: cosa sta succedendo

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Soltanto ieri, domenica 4 settembre, per bocca del portavoce Dmitry Peskov, il Cremlino aveva parlato di "imminente tempesta perfetta sull'Occidente" e di "scenari apocalittici", sempre e ovviamente per l'Occidente. Insomma, l'offensiva energetica scatenata da Vladimir Putin e dalla Russia starebbero per sortire i loro effetti peggiori. E per quanto ancora non siamo a quella "tempesta perfetta", il giorno successivo è iniziato sotto il segno di clamorose tensioni economico-finanziarie.

In primis il gas, il cui prezzo dei future Ttf ad Amsterdam è schizzato a 290 dollari per megawattora in apertura, con un balzo del 30 per cento. Dunque, il prezzo della materia prima è sceso fino a 262 megawatt ora, quotazioni che restano comunque folli. Molto oltre il limite del sostenibile.

Ma non solo. Anche l'euro in enorme difficoltà: in apertura di contrattazioni la moneta unica continentale ha infatti toccato il minimo storico da 20 anni a questa parte, scendendo sotto quota 0,99 rispetto al dollaro. Nel dettaglio, l'euro ha toccato 0,988 dollari. Anche in questo caso poi la moneta unica ha riagguantato la quota psicologica di 0,99 dollari, tornando a 0,991. Ma è evidente come la situazione sia  delicatissima.

Infine il dato che arriva da Piazza Affari: per l'effetto del gas, in apertura l'indice Ftse Mib lasciava sul campo il 2,15 per cento. Un assoluto tonfo. A pesare, soprattutto, la notizia della mancata riapertura del gasdotto Nord Stream, comunicata dalla Russia di Putin che continua così il suo ricatto energetico.

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