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Feltri, proposta-terremoto alla Meloni: "Pubblicare subito il loro reddito"

Vittorio Feltri
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Ogni due per tre trionfa una vecchia polemica riguardante l'evasione fiscale che dilaga senza che lo Stato riesca a limitarla, non dico abolirla. Questo in sostanza è il problema dei problemi che spiega come mai il debito pubblico italiano sia folle, ciò che impedisce ai nostri governi di fare gli investimenti di cui il Paese necessita. Coloro che non pagano le tasse in base al loro reddito sono molto numerosi, come risulta dalle statistiche periodicamente diffuse. I motivi di questo odioso fenomeno sono tanti, tra cui il fatto che gli addetti agli accertamenti e alla riscossione sono incapaci. Un solo esempio: se io acquisto una casa che costa poniamo 600mila euro, nessuno controlla se il reddito da me denunciato è compatibile con la spesa sostenuta. Cosa che permetterebbe di verificare se ho mentito al fisco.

 

 

 

Un procedimento semplice e infallibile. Applicabile anche a coloro che comprano automobili da 50mila euro e magari sui moduli tributari hanno rivelato di guadagnare 30mila euro l'anno. Il discorso mi sembra chiaro. Poi c'è un altro aspetto che merita di essere ricordato. Un tempo abbastanza remoto le denunce annuali del reddito erano pubbliche e i giornali nazionali e provinciali provvedevano sistematicamente a stampare i dati più significativi. Il che consentiva un controllo sociale di grande efficacia, perché se un inquilino del piano di sotto o di sopra, pur conducendo una vita dispendiosa, scriveva sulla Vanoni (il modulo dell'epoca che era obbligatorio per tutti compilare) che incassava col suo lavoro una miseria, cascava l'asino e partivano le indagini.

 

 


È evidente che imbrogliare era difficoltoso e pochi rischiavano di finire sotto processo. Poi fu avviata una riforma del piffero che pose il divieto di divulgare gli affari privati, incluso il reddito, dei cittadini. E fu subito un diluvio che continua perché ormai ciascuno si regola come gli pare, e se anche la sua esistenza è brillante nessuno è in grado di verificare se ha mentito all'erario. A dire il vero, una quindicina di anni orsono, l'allora ministro Visco reintrodusse la possibilità legale di rendere noti urbi et orbi i dati del cosiddetto 740, ma immediatamente si scatenò una protesta e in nome della privacy la norma fu bocciata e quindi ritirata. Consigliamo al governo in carica di ripescare quella regola: non consentirà di aggiustare i conti dello Stato, ma aiuterà a renderli meno pesanti. Forza Meloni, siamo con te. Una legge di questo tipo non implica un aumento delle uscite, ma può aumentare le entrate

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