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Pnrr? Toh, se le modifiche le chiede Berlino... si possono fare

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Attilio Barbieri
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Mentre in Italia si moltiplicano le ipotesi di modifica al Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, la Germania ottiene il via libera della Commissione europea per cambiare il suo. Bruxelles ha acceso il disco verde a due modifiche per le quali Berlino aveva inoltrato la domanda attorno alla metà di dicembre. Negli stessi giorni in cui il Lussemburgo aveva ottenuto a sua volta il via libera da Bruxelles per ridurre l’entità complessiva del proprio Pnrr, da 93,4 a 82,7 milioni- ritenendo di aver completato la fase di rilancio dell’economia del granducato - i tedeschi annunciavano all’Eurogoverno la formalizzazione di due distinte richieste di modifica. La prima riguardava lo slittamento del termine per gli investimenti sulla digitalizzazione delle ferrovie con la richiesta di posticipare la data di completamento prevista per uno dei sette progetti al primo trimestre del 2023. Il motivo? «Ritardi eccezionali nella costruzione al di fuori del controllo delle autorità».
 

VACCINI NON SVILUPPATI
La seconda modifica riguarda invece un programma di accelerazione della ricerca e dello sviluppo di nuovi vaccini contro il Covid. Nell'emendamento approvato dalla Ue la Germania ha tenuto conto del fatto che solo uno dei tre partecipanti al programma ha avuto successo sia nella ricerca sia nel lancio del vaccino, mentre gli altri due non hanno presentato una richiesta di approvazione all'Agenzia europea per il farmaco (Ema), con una riduzione totale di fondi nell’ambito del programma. Ai sensi del regolamento sullo strumento di ripresa e resilienza, ricorda la Commissione europea, uno Stato può richiedere una revisione del proprio piano in casi limitati e ben definiti, ad esempio quando «circostanze oggettive rendano non più raggiungibili tappe o obiettivi specifici». In questo caso due dei tre vaccini si sono arenati nella fase di sperimentazione e probabilmente non saranno mai sviluppati.
Nel caso della Germania la Commissione ritiene che le circostanze oggettive documentate da Berlino giustifichino le modifiche richieste, puntualizza una nota. Dopo una valutazione sugli undici criteri del regolamento del Pnrr, Bruxelles ha concluso che tutti i criteri continuano a essere rispettati e che «la pertinenza, l’efficacia, l’efficienza e la coerenza del piano non siano compromesse».

 


Il Pnrr tedesco vale complessivamente 28 miliardi di euro. La Germania ha ricevuto 2,25 miliardi di euro di prefinanziamento nell'agosto 2021. Le due modifiche approvate dalla Commissione devono ora passare comunque al vaglio del Consiglio della Ue che a sua volta ha quattro settimane per approvare la revisione del piano, mentre non è previsto un passaggio al Parlamento europeo.

 

EMENDAMENTI CIRCOSTANZIATI
Le puntualizzazioni di Bruxelles sono utili per capire quale sia lo spazio per apportare modifiche al piano. Se nel caso del Lussemburgo si è trattato addirittura di un taglio allo stanziamento, i tedeschi hanno inoltrato all’Eurogoverno richieste di modifica circostanziate. Lo slittamento del termine concordato per la digitalizzazione nella rete ferroviaria è legato ai ritardi di consegna di alcuni componenti indispensabili. Mentre l’emendamento sui vaccini ha ottenuto il disco verde per la imponderabilità degli esiti legati alla sperimentazione dei nuovi rimedi. La trattativa tra Italia e Ue sulle modifiche al Pnrr va avanti ed è stata tra i temi affrontati nella missione a Bruxelles di Raffaele Fitto. Il ministro per gli Affari Ue, a Palazzo Berlaymont non ha visto solo tre commissari europei Elisa Ferreira, Thierry Breton e Margrethe Vestager- ma ha avuto anche incontri tecnici proprio sul Pnrr. Il nodo resta quello del completamento dei target entro il 2026, in un contesto inflattivo ostile: all'Italia, in via teorica, servirebbe più tempo. L'obiettivo è arrivare ad un punto di incontro con la Commissione. Nei prossimi giorni sul tavolo di Fitto giungeranno le richieste dei singoli ministeri sulle modifiche del Piano. L'obiettivo è fare presto: entro la fine di gennaio il governo punta ad avere un quadro esaustivo. Il tema sarà tra i dossier principali del bilaterale dei primi di febbraio a Stoccolma tra la premier Giorgia Meloni e il suo omologo Ulf Kristersson (la Svezia ha la presidenza del semestre Ue). Una prima comunicazione della Commissione è attesa per il primo febbraio, in vista del Consiglio europeo del 9 febbraio.

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