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Poste, via alla rivoluzione: carte d'identità e certificati

Tiziana Lapelosa
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Vita facile. È quella che Poste Italiane vorrebbe rendere a quei 16 milioni di italiani che animano i 7mila comuni che da Nord a Sud sono popolati da meno di 15mila abitanti. Gente spesso costretta, per mancanza di uffici, a macinare chilometri per fare un semplice passaporto, rinnovare la patente, capire se e quanto si è in debito col Fisco. Gente che spesso si sente emarginata per via della posizione geografica. Ebbene, è indirizzato a loro e ai loro concittadini il progetto “Polis” presentato ieri ai sindaci interessati (erano in 7mila, tutti presenti) riuniti nella “Nuvola ” dell’Eur a Roma da Poste Italiane alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, della premier Giorgia Meloni, della presidente PT Maria Bianca Farina, dell’ad Matteo Del Fante e di altri numerosi esponenti politici e pure religiosi.

FONDI DEL PNRR
E cosa succede in quei luoghi, diventati un simbolo del nostro Paese, in cui gli anziani si raccontano con spaccati di vita quotidiana, mentre operatrici e operatori trasformano i nostri soldi in ricevute oli mettono al sicuro? Succede, anzi succederà, che grazie ad un finanziamento di 1,2 miliardi (800 del Pnrr, il resto arriva da PT) in questi uffici caratterizzati dai colori giallo e blu si potranno fare tante cose attraverso lo “sportello di prossimità”. L’elenco è lungo e va dai servizi del Comune fino a quelli del ministero dell’Interno e dell’Agenzia delle Entrate. E quindi: carta d’identità elettronica, passaporto, duplicato della patente, Isee, certificati di stato civile e anagrafici, autodichiarazioni di smarrimento, denuncia di detenzione e trasporto armi, richiesta di nuovo codice fiscale, estratto conto di posizione debitorie, visure e planimetrie catastali, esenzione canone Rai, deleghe soggetti fragili, certificazione unica, certificati giudiziari, estratto contributivo, modello Obis per i pensionati, rilascio patente nautica. Cioè, è come avere mille uffici condensati in uno.
Una svolta se si pensa alla burocrazia che stenta a dimagrire.

Di uffici “Polis” per i servizi della Pubblica amministrazione da un unico accesso, in realtà, ne sono già stati ultimati 40, in 230 ci sono i lavori in corso e l’obiettivo, entro fine anno, è quello di consegnarne 1.500. Che avranno 7mila Atm Postamat, 4mila totem per i servizi self-service e pure 500 lockers (cioè armadietti) per la consegna di pacchi e altri beni, attivi 24 ore su 24. Ma il progetto prevede anche colonnine di ricarica per veicoli elettrici (5mila), impianti fotovoltaici (mille), spazi esterni attrezzati per iniziative culturali, di salute e benessere, 250 spazi di coworking (i primi 37 entro fine anno) con 10mila postazioni di lavoro da realizzare utilizzando il patrimonio immobiliare di Poste Italiane. Vi pare poco?

MODELLO INNOVATIVO
Entusiasta dell’iniziativa il presidente Mattarella. «Il mondo è cambiato ma la vocazione di Poste Italiane di tenere connessa l’Italia si conferma». Nei piccoli Comuni «c’è un crescente disagio per il ritiro dei servizi che incide sulla vita quotidiana e sulle opportunità di tanti concittadini... Se proseguisse questa condizione ci sarebbe un impoverimento del Paese», ha detto di fronte alla marea di sindaci che lo ha accolto con un applauso.

IL PREMIER
Dopo il Capo dello Stato, è toccato a Giorgia Meloni tradurre l’importanza del progetto delle Poste Italiane. Riconosciuto pure lei il ruolo del sindaco («È un impegno che non conosce pause, non ha confini e quasi sempre non può contare sugli strumenti e le risorse necessarie per fare bene questo lavoro»), ha ricordato come Polis risponda alla «necessità di fornire strumenti che siano adeguati a un tempo complesso ai comuni, per avvicinare sempre di più le istituzioni ai cittadini», un «modello di collaborazione a 360 gradi fra un’azienda strategica del sistema nazionale come Poste italiane e l’amministrazione centrale e locale dello Stato. Un modello di innovazione e inclusione sociale per l’Europa». Quindi, «lo considero molto importante perché vogliamo unire l’Italia, rafforzare i legami tra le zone centrali ed interne, ricucire il tessuto tra le città più grandi e quelle più piccole, garantire a tutti i cittadini indipendentemente da dove vivono e lavorano lo stesso identico diritto ad accedere ai servizi in maniera semplice e veloce. Non ci rassegniamo all’idea di cittadini di Serie A e di Serie B». Vita facile, dunque, Italia più unita e utenti più soddisfatti quando Polis sarà a regime. Entro fine anno.

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