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Stellantis, nella partita spunta la Spagna: la proposta da 1,5 miliardi

Sandro Iacometti
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Sarà un caso, ma a pochi giorni dal pellegrinaggio romano nel quale John Elkann ha provato a stemperare le tensioni tra il governo e Stellantis, offrendo rassicurazioni in merito alle buone intenzioni del gruppo persino al capo dello Stato Sergio Mattarella, da Acc (joint venture paritetica tra la casa automobilistica, Mercedes-Benz e TotalEnergies) trapelare la notizia di grandi manovre in corso per accelerare sulle fabbriche di batterie, compresa quella che dovrebbe essere costruita in Italia. Secondo quanto riporta Bloomberg la società è a caccia di un finanziamento di 4,4 miliardi per foraggiare la sua espansione in Europa. Nel consorzio di banche commerciali che sta lavorando alla pratica dovrebbero esserci, manco a dirlo, Bnp Paribas e istituti di credito statali d’Oltralpe, come Bpifrance.

Segnale non proprio incoraggiante per noi. Se infatti tra i progetti futuri di Acc c’è anche la fantomatica gigafactory di Termoli, in provincia di Campobasso, annunciata in pompa magna a marzo 2022, con tanto di accordo col Mise e promessa di ingenti finanziamenti pubblici (circa 600 milioni) e poi sparita nella nebbia fino a qualche settimana fa, quando Automotive Cells Company ha assicurato che i lavori sono in fase di avvio e la produzione dovrebbe partire nel 2026, l’Italia è ovviamente in coda.

Intanto, fa sapere sempre Bloomberg, il primo obiettivo dei finanziamenti è quello di espandere la prima gigafactory realizzata, che si trova casualmente in Francia. Poi, stando al cronorpogramma annunciato sin dall’inizio, la seconda tappa europea dovrebbe essere in Germania. Solo successivamente, forse, quando magari gli stabilimenti ex Fiat saranno tutti già chiusi, si arriverà anche in Italia. Ma non è neanche detto. Solo qualche giorno fa, infatti, è iniziata a circolare la voce che la prossima gigafactory di Stellantis sarà, a sorpresa, costruita in Spagna.

Sorpresa per modo di dire, visto che il gruppo ha già spostato nel Paese iberico una bella fetta di produzione di veicoli e che il governo, come ha spiegato il responsabile dell’Industria, Jordi Hereu, si è già detto disponibile ad erogare un massiccio pacchetto di aiuti. Argomento su cui il ceo Carlos Tavares è, come sappiamo, particolarmente sensibile. E gli spagnoli sarebbero pronti a mettere sul piatto complessivamente e in diverse tranche ben 1,5 miliardi di aiuti. Insomma, quella che poteva sembrare una buona notizia potrebbe rivelarsi, invece, l’ennesima beffa del gruppo nei confronti del nostro Paese. Intanto l’insofferenza verso Stellantis continua a crescere. E ad allargarsi. In pista ora c’è anche il governatore Vincenzo De Luca. «Apriamo, in buona sostanza, la vertenza che riguarda Stellantis. Abbiamo in Campania due stabilimenti importanti, Pomigliano con 4.500 dipendenti, Pratola Serra con 1.600. Ma abbiamo 450 aziende che lavorano nell'indotto dell'industria automobilistica campana. Parliamo di 12mila dipendenti», ha detto nel corso della sua consueta diretta social. Sulla vicenda, infine, è intervenuto anche il leader della Cisl, Luigi Sbarra: «Nessuno vuole aprire conflitti o fare guerra a una multinazionale, ma nemmeno si possono accettare toni vicini al ricatto».

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