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I sindaci di sinistra fanno cassa con le multe

Antonio Castro
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Indisciplinati sicuro. Ma altrettanto bastonati da contravvenzioni e multe. Nel 2023 (dati del ministero dell’Economia) le famiglie italiane hanno sborsato la bellezza 1.535 milioni di di euro in sanzioni comunali collegate al Codice della strada. I dati sono incolonnati dal sistema telematico gestito direttamente del ministero dell’Economia che oggi censisce tutti i movimenti delle casse nelle Pubbliche amministrazioni (Siope). Il problema è che in un Paese come il nostro anche riuscire a sapere che si ha una cartella, una multa, un divieto di sosta in sospeso è già un’impresa titanica.

Poi ti arriva (anni dopo, con calma e ricca dote di interessi, sanzioni e spese accessorie) la mazzata che praticamente raddoppia l’imposta della multa iniziale. Il tutto comodamente nella Posta elettronica certificata che non puoi far finta di non vedere, non ritirare, non aprire. Dal momento che ti arriva la cartella dell’Agenzia delle Entrate Riscossione hai 60 giorni di tempo per pagare, fare ricorso o darti alla fuga. L’Agenzia delle Entrate ha in pancia crediti fiscali e tributari per oltre 1.200 miliardi di euro. Ma soltanto un modesto 8% è «ragionevolmente recuperabile», ha ammesso candidamente in una recente audizione in Parlamento il direttore Ernesto Maria Ruffini. Di questi miliardi di crediti “aleatori” solo una modesta fetta (1,5 miliardi appunto) è rappresentata da multe e sanzioni elevate negli ultimi decenni da vigili urbani, autovelox e telecamere Ztl.

 

 

 

E fin qui ci sta: comportamento scorretto, sanzione inevitabile. Il problema, semmai, è il carico aggiuntivo di interessi, spese di recupero, ritardi e accessori vari che appesantiscono la multa originaria in media del 30/40%. E così - poniamoil caso dimulte complessive da 1.000 euro - si arriva serenamente a dover sborsare oltre 1.300/1.400 euro. Ragionamenti da bar? Può essere. Però gli italiani tremano quando citofona il postino con una raccomandata o debbono aprire la Pec (è obbligatoria per milioni di imprese e professionisti per poter lavorare o essere iscritti all’albo di categoria). 

Il governo - con la Rottamazione dei ruoli - ha provato a dare una sfoltita anche al magazzino delle imposte non incassate. Per i piccoli debitori, sotto i 1.000 euro, nel 2023 era stato varato uno stralcio. Un tratto di penna per i piccoli debiti accumulati. Peccato che i Comuni (soprattutto i più grandi e coni conti in maggiore sofferenza finanziaria) si siano guardati bene dall’aderire allo stralcio.

 

 

 

Recita la norma: «Enti diversi dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali hanno potuto esercitare (Legge di Bilancio 2023) la facoltà di non applicare l’annullamento parziale adottando, entro il 31 gennaio 2023, uno specifico provvedimento». Se è vero che 2023 gli automobilisti italiani hanno pagato 1.535 miliardi di euro in sanzioni comunali collegate al Codice della strada (+6,4% rispetto al 2022, addirittura un incremento del 23,7% rispetto al 2019), nel 2024 si rischia di superare questo già poco invidiabile record.

Perché? Il motivo è puramente finanziario e contabile. Le multe elevate durante l’anno rientrano tra le entrate “potenziali” dei sindaci. Pur volendo (e molti non ci pensano proprio. Anzi non vogliono perché salterebbero i conti municipali o per mera questione di parrocchia politica di appartenenza. Sarà un caso ma con Giorgia Meloni (FdI) a Palazzo Chigi e Giancarlo Giorgetti (Lega) all’Economia i primi cittadini di Roma (Roberto Gualtieri, Pd) e Milano (Beppe Sala), si sono ben guardati dal privarsi da questo potenziale gettito decorato da interessi, sanzioni e spese di recapito.

Nel 2023 il record italiano spetta al sistema di autovelox Celeritas (Galleria Giovanni XXIII), che ha battuto tutti i record: 100mila verbali in 12 mesi. Ma in proporzione sono i comuni più piccini (sotto 10mila abitanti) quelli che hanno incassato di più: 238,6 milioni di euro. Ora si confida su una nuova rottamazione. Il 50% degli italiani le tasse riesce a pagarle solo a rate. Piccole piccole... Sempre che i sindaci si arrendano al pochi (?), maledetti e a rate.

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