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Cala la povertà e sale la crescita? La sinistra non si accorge: troppo impegnata a lottare contro i fascisti

Sandro Iacometti
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Fingiamo per un attimo che a Palazzo Chigi non ci sia Giorgia Meloni e la combriccola di centrodestra che pensa solo ai saluti romani a censurare gli intellettuali e non ne fa mai una giusta. Anzi. Facciamo finta che a governare ci sia ancora Mario Draghi che traghetta l’Italia fuori dal baratro tra gli applausi festanti dei giornalisti dalla schiena dritta. E ora proviamo a leggere senza pregiudizi i numeri sull’Italia. Allargando l’orizzonte temporale, c’è poco da stare allegri. Secondo il rapporto diffuso ieri dall’Istat dal 2007, anno che precede la grande crisi dei mutui subprime, al 2022 i redditi delle famiglie hanno subito una contrazione in termini reali del 7,2% (grazie anche ad un calo nel 2022 del 2,1%). Il che non ha certo aiutato sul fronte dell’indigenza. In Italia nel 2023 circa un italiano su cinque (quasi 13,5 milioni) è a rischio povertà o esclusione sociale. Insomma, c’è tanto da fare per sostenere le classi più deboli.

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