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Imu, la patrimoniale sulla casa c'è già: quanti soldi costa agli italiani

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Sono in molti a sinistra, e persino in alcuni prestigiosi istituti internazionali pieni di cervelloni, a pensare che i conti pubblici si mettono a posto facilmente tassando i soldi dove ci sono, ovvero andando a colpire il patrimonio. Dovrebbero dirlo in faccia a quei 25 milioni di italiani che oggi (la domenica ha fatto guadagnare un giorno rispetto alla scadenza prevista del 16 giugno) dovranno consegnare al fisco la bellezza di 11 miliardi di euro.

Schifosi ricconi che se la spassano ed evadono il fisco? In mezzo, ovviamente, ci sono pure quelli. Ma la maggior parte dei proprietari di immobili che dovrà versare l’acconto dell’Imu (che complessivamente vale circa 22 miliardi di gettito all’anno) è fatta di cittadini che hanno ereditato la casa dei genitori nel Paese di origine, di lavoratori che hanno pagate le tasse e fatto sacrifici per comprarsi un appartamento dove passare le vacanze, di imprenditori che hanno dei locali dove svolgono la loro attività, e, infine, di piccoli risparmiatori che invece di acquistare azioni o titoli di Stato hanno deciso di usare i propri guadagni (ovviamente già tassati) per investire nel mattone.

 

 

 

Contribuenti che si meritano di essere tartassati? Il principio banale, che però è così difficile da far entrare nelle testa dei tifosi delle patrimoniali (le quali complessivamente, lo ricordiamo per chi si fosse distratto, in Italia già esistono e pesano sulle tasche dei contribuenti per circa 50 miliardi l’anno), è che i beni che possiedono sono stati già sottoposti ad imposizione fiscale sia nel momento della formazione delle somme necessarie all’operazione sia nel momento dell’acquisto vero e proprio.

Ma tant’è. E oggi, come ogni anno dal 2012, quando è stata introdotta l’Imposta municipale unica (o propria) che ha praticamente raddoppiato il prelievo sugli immobili con l’aumento dei coefficienti di calcolo rispetto alla vecchia Ici, tocca sborsare i soldi per la prima rata. E iniziare a mettere da parte il denaro per la seconda del 16 dicembre. Con l'esclusione della prima casa (a meno che non sia considerata di lusso), l'Imu è dovuta per il possesso di fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli. Adover effettuare il pagamento sono circa 25 milioni tra proprietari, titolari di diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie sull'immobile; genitori assegnatari della casa familiare; concessionari di aree demaniali o locatari degli immobili, anche da costruire o in costruzione, concessi in locazione finanziaria.

Secondo un'analisi della Uil il tributo quest'anno costerà in media 1.022 euro a proprietario, di cui 511 per l'acconto di domani. Le aliquote sono fissate allo 0,5% per le prime case di lusso, 0,86% per altri immobili, inclusi i terreni fabbricabili, 0,86% per gli immobili ad uso produttivo (categoria D), 0,76% per i terreni agricoli, 0,1% per i fabbricati rurali ad uso strumentale e 0,1% per i fabbricati merce non locati.

Tutte percentuali sulle quali possono intervenire i singoli Comuni, aumentandole o (raramente) diminuendole, talvolta (quasi mai) fino all'azzeramento. Tra le agevolazioni previste rientrano le unità immobiliari concesse in comodato d'uso gratuito dal soggetto passivo ai parenti in linea retta entro il primo grado e gli immobili di pensionati italiani residenti all'estero e iscritti all'Aire. Niente imposta )ma solo da poco) sugli immobili occupati abusivamente. Resta invece su quelli inagibili e inabitabili, anche se con base imponibile ridotta alla metà. Uno sconto che tra il 2011 e il 2022 ha fatto passare gli immobili in questa condizione da 278.121 a 610.085 (+119%). E non solo a causa del trascorrere del tempo.

 

 

 

Se 22 miliardi l’anno vi sembrano tanti pensate che, secondo i calcoli di Confedilizia, dal 2012 ad oggila stangata complessiva ammonta a circa 300 miliardi. Una cifra tonda che potrebbe (e dovrebbe) suggerire al governo, nelle scorse settimane Libero si è fatto promotore di una campagna in questo senso, di iniziare l’inversione di marcia, dando un segnale concreto sul rispetto e l’importanza della proprietà.

«L’imposta», spiega il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, «è nemica del risparmio e della crescita. Chiediamo al governo di avviare una graduale riduzione dell’imposta, magari iniziando con l’eliminazione sulle case in affitto a canone concordato, per poi passare agli immobili dei piccoli centri».

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