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Stellantis, la rivolta dei concessionari: la lettera con cui inchiodano John Elkann

Ignazio Stagno
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Stavolta non è soltanto la politica ad alzare la voce e a mettere il bastone tra le ruote ai diktat dell’Ue che prevede limiti emissioni di Co2 delle auto di nuova immatricolazione che dall’anno prossimo scenderanno a 95 gCO2/km, ma a ribellarsi ora sono pure i concessionari di Stellantis, arcistufi di non vendere auto elettriche. La rete dei rivenditori ha quindi preso carta e penna e inviato una lettera ai piani alti di Bruxelles per far sì che si arrivi a una revisione dei vincoli ambientali spostandoli dal 2025 al 2027. Sostenendo la stessa tesi portata avanti dall’Associazione dei costruttori d’automobili europei (Acea), di cui fanno parte Volkswagen e Renault, ma non da Stellantis. Quest’ultima, infatti, non è in sintonia con quest’idea, visto che per il numero uno del gruppo francoitaliano, il portoghese Tavares, «le regole non si cambiano in corsa e pensare ora di modificare le norme sulle emissioni di Co2 sarebbe surreale».

Nella missiva inviata alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, i concessionari hanno spiegato: «In qualità di distributori, siamo in contatto quotidiano coi clienti finali che spesso rifiutano i Beva causa di preoccupazioni su prezzo, autonomia ed accessibilità. Questo ci pone in una posizione contraria a quella del produttore che rappresentiamo, che resta ottimista sul rispetto di queste severe normative Ue. Tuttavia, dal nostro punto di vista, è chiaro che il settore non è ancora pronto a raggiungere il volume necessario di vendite di veicoli elettrici. Questa crescente divergenza tra obiettivi normativi, prontezza del mercato e aspettative del produttore è per noi motivo di preoccupazione».

 

 

 

Sull’annosa questione ha fatto capolino pure l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (Anfia) per cui «l’anno prossimo avremo un grosso problema, col target del 15% di riduzione del Co2 da parte delle case automobilistiche che fa parte della roadmap Ue verso l’addio a diesel e benzina. Ma è un target che, con gli attuali numeri dell’elettrico, è raggiungibile solo riducendo la produzione di auto endotermiche di 2/2,5 milioni di unità. Un vero e proprio paradosso visto che siamo già in un periodo già difficile per l’automotive».

Insomma, pressochè tutti i protagonisti della filiera dell’automotive sono preoccupati non solo del fatto che le vetture elettriche non si vendano, ma per l’obiettivo cui dovranno sottostare dal prossimo anno. Tutti tranne Stellantis che continua a far spallucce. «Insieme ai nostri concessionari e all’offerta Bev fatta di 40 modelli, abbiamo già raggiunto la terza posizione sul mercato Bev dell’Ue, molto vicino a Tesla, e siamo orgogliosi di contribuire come squadra alla lotta contro il riscaldamento globale» ha spiegato Stellantis precisando che «lavorerà coi concessionari per definire il mix perfetto di vendite entro i limiti della conformità alle norme sulle emissioni di Co2».

 

 

 

Insomma per il gruppo degli Elkann è tutto sotto controllo e le proteste rabbiose degli operai che ormai si trovano perlopiù in Cassa, delle aziende dell’indotto in crisi e ora anche dei rivenditori sono prive di senso. E così per tentare di tenere alto l’umore del gruppo, ieri ne ha pensata un’altra. Ha svelato in anteprima la prossima generazione di Jeep Compass con un bozzetto (un disegno per capirci) del nuovo Suv compatto a trazione integrale. La nuova Jeep sarà disponibile in una varietà di opzioni di propulsione, dal full eletric all’ibrido fino al motore a combustione interna e sarà prodotta a Melfi. Debutterà nel 2025 in Europa prima di espandere, nel 2026, la produzione in Nord America nel l mondo. Chissà mai che pure gli Elkann riusciranno a far le magie di quel gran genio di Walt Disney che, grazie a disegni a matita, ha creato un impero planetario...

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