Pil, Italia batte Francia: il dato che zittisce i gufi

Primo trimestre: Pil italiano +0,3 (in linea con la media europea), solo +0,1 Parigi, +0,4 per la Germania. FdI: "Un segnale chiaro sulle politiche del governo"
venerdì 30 maggio 2025
Pil, Italia batte Francia: il dato che zittisce i gufi
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Il Pil italiano nel primo trimestre è cresciuto su base congiunturale in linea con la media dell'Eurozona, più della Francia ma meno della Germania. Tra gennaio e marzo, a fronte del +0,3% registrato in Italia, il Pil è infatti diminuito dello 0,1% negli Stati Uniti, mentre è cresciuto dello 0,1% in Francia e dello 0,4% in Germania. Nel complesso, ricorda l'Istat, il Pil dei paesi dell'area euro è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente In termini tendenziali, rispetto al +0,7% italiano, si invece è registrata una crescita del 2,1% negli Stati Uniti e dello 0,6% in Francia ed un andamento stazionario in Germania. Il Pil dei paesi dell'area Euro, invece, è cresciuto dell'1,2% nel confronto con il primo trimestre del 2024. 

"Il fatto che l'Italia abbia raggiunto la Francia in termini di Pil pro capite a parità di potere d'acquisto è un segnale chiaro - ha commentato il senatore Michele Barcaiuolo, capogruppo di Fratelli d'Italia in Commissione Esteri e Difesa -. Le politiche economiche del governo Meloni stanno funzionando. A dirlo non è Fratelli d'Italia, ma sono le previsioni di crescita dell'economia europea pubblicate nei giorni scorsi dalla Commissione Ue. Il divario che ci separava da Parigi nel 2020 era superiore al 10%, oggi è stato completamente azzerato. E abbiamo dimezzato anche la distanza con la Germania. Un risultato tutt'altro che scontato, in un contesto europeo difficile e incerto". 

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Poi ha aggiunto: "Il nostro Pil pro capite cresce perché abbiamo rafforzato l'occupazione, sostenuto famiglie e imprese, e mantenuto un equilibrio tra responsabilità di bilancio e sostegno all'economia reale. Ma è anche il frutto di una visione di lungo periodo: quella che mette al centro il lavoro, la competitività e il potere d'acquisto. È vero, come osservano gli analisti, che una parte di questo dato è influenzata anche dalla dinamica demografica. Ma non si può ignorare che la tenuta del nostro sistema economico - in un quadro globale difficile - sia frutto di scelte oculate, concrete e finalmente orientate al futuro. La sfida ora è affrontare con decisione i nodi strutturali che ancora frenano la nostra economia: la crisi demografica; il rafforzamento della produttività; la semplificazione burocratica e fiscale, per sostenere l'occupazione giovanile e la competitività. Il governo Meloni è consapevole di questi temi e continuerà a lavorare con serietà e visione per rendere questa crescita ancora più solida, duratura e inclusiva, senza slogan e senza illusioni, ma con i fatti".

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