«Popotus è il giornale di attualità per i bambini. 12 pagine tabloid ad alta leggibilità in uscita con il quotidiano ogni giovedì, anche in versione digitale». È questa l’intestazione ufficiale del giornalino che dal 1996 esce in allegato con Avvenire, il quotidiano della Cei (i vescovi italiani), che «traduce per i più piccoli il complesso mondo della politica» e «senza infantilismi presenta fatti e invita a pensare».
Un invito che raccogliamo volentieri specialmente visto quanto racconta proprio l’ultimo numero di Popotus a proposito delle rivolte degli immigrati a Los Angeles. Presa la tranvata ai referendum e sulla cittadinanza facile da concedere ai migranti (i vescovi avevano appoggiato una manita di sì), Avvenire ha deciso di correre ai ripari e trasformare il giornaletto in un settimanale satirico, per tirar su il morale ai futuri lettori. E dunque mettendo in diretta correlazione le violenze della California con la «promessa» di Donald Trump di attuare «la più grande operazione di deportazione della storia»: «espellere dagli Stati Uniti “tutti gli immigrati irregolari”, senza distinzione tra pericolosi o meno».
"Avvenire" in crisi per l'asse Ue-Meloni: la svolta sui migranti
La lettura di Avvenire di ieri era un’esperienza istruttiva, a cavallo tra categorie sacre e profane. È bas...E qui casca subito l’asino, dato che «deportazione» viene erroneamente (?) adoperato come traduzione letterale dell’inglese «deportation» che non ha l’accezione facilmente collegabile alle nefandezze naziste bensì il più lineare «espulsione». Che però alla narrazione del Trump brutto, sporco e cattivo non serve e dunque è necessario allinearsi al mainstream mistificatorio dei media di sinistra: più che Popotus sembra Potere al popolo. Il tutto sorvolando sulla ratio alla base del caso californiano, vale a dire il “soggiorno” illegale negli Stati Uniti che, come abbiamo sentito nei vari dibattiti tv e letto sui giornali, per i progressisti di casa nostra sembra normale. Sostenere il contrario fa incappare in dure reprimende come da post di Ilaria Salis («Fuck Ice», «Fancu... Ice», il dipartimento Usa che si occupa dell’immigrazione).
Poco importa che perfino quotidiani americani di sinistra come il Washington Post (mai tenero con Donald) abbiano sottolineato che le scene di guerriglia a LA siano semplicemente il risultato delle politiche dei Democratici degli ultimi anni, vale a dire «aver ignorato la questione delle frontiere». Di più. A corredo dell’articolo, Popotus propone manifestanti a viso coperto con un cartello tipo Mulino Bianco, che recita: «Stop espulsioni, tenete unite le famiglie». Che poi costoro siano arrivati clandestinamente in California e finiti nel tritacarne del caporalato, sottopagati, senza sicurezza e minando alle basi il mercato del lavoro regolare, questo è un orpello inutile alla litania rifilata ai ragazzi. Naturalmente, sul giornalino che predica porte aperte, aspettiamo con fede qualche pezzo sulle 56 guerre sparse per il mondo, sul democratico Xi Jinping diventato lui stesso materia di studio obbligatoria in tutte le scuole elementari della Cina e anche un’articolessa sul giro di vite confermato per chi entra nello Stato Vaticano con l’inganno (multa e detenzione). Amen.