Le piazze logorano chi ci va troppo. Il fine settimana appena trascorso, con l’ennesima sfilata di pezzi disordinati della sinistra formalmente contro la guerra, in realtà contro Israele e l’Occidente, non fa un graffio alla maggioranza e lascia malconcia l’opposizione. Non solo per l’inutilità dell’iniziativa, resa manifesta dall’attacco scatenato da Bibi Netanyahu su Teheran poche ore dopo la protesta. Si ha la sensazione che, fatta eccezione perla Spagna di Pedro-pe Sanchez, che però ha il vantaggio di governare, quella italiana sia la peggior sinistra dell’Occidente: divisa, inconcludente, totalmente inaffidabile in prospettiva di governo.
Se lo dicessimo solo noi di Libero, non farebbe notizia. La novità è che ormai cominciano a dirselo da soli. La Stampa di ieri schierava due dei suoi più importanti analisti politici contro il corteo romano di sabato per opporsi al riarmo capeggiato da Giuseppe Conte con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli nel loro consueto ruolo ancillare e la presenza di mine vaganti del Pd come anime in pena. L’ex direttore, Marcello Sorgi, ha scritto in sostanza che M5S in realtà avrebbe «un’anima qualunquista di destra», ma il leader grillino, «si è buttato tutto a sinistra perché la crisi del Pd gli appare irreversibile». Cosa che «lo porterà a guidare all’Aja una protesta anti-Nato come fosse diventato un capo dei black-bloc». Alessandro De Angelis rincara la dose e accusa Elly Schlein di «deficit di visione e di subire l’egemonia politica di Conte», nonché tutta la sinistra europea di «non aver fatto i conti con il populismo, di destra e proprio».
Elly Schlein cavalca l'attacco: vertice Pd e telefonata a Meloni
Dopo l'attacco degli Usa all'Iran, ecco che si muove la sinistra italiana, pronta a cercare di sfruttare gli eve...Pesantissimo, sul Corriere della Sera, Fabrizio Roncone, penna affilata la cui lama solitamente squarcia la destra e si limita a fare il solletico alla sinistra. Ieri il notista politico si è esibito in un articolo dalla forma ironica ma dal contenuto drammatico. Elencava le recenti discese in piazza della sinistra sui temi internazionali per far notare che essa si è sempre divisa e che le iniziative nella sostanza si sono sempre rilevate degli insuccessi, se non per l’eco che hanno avuto presso la stampa amica. E a proposito di questo, non può passare inosservato il trattamento da minimo sindacale riservato da Repubblica alla piazza di sabato: secondo sfoglio e nessun commento; meglio fare pippa. D’altronde a commentare ci ha pensato, in televisione, l’ex direttore del quotidiano, Maurizio Molinari, bollando la manifestazione come la dimostrazione che «la sinistra ha un problema con il populismo, che le ha rubato l’anima governista». Pure il Domani di Carlo De Benedetti, un tempo moralmente tessera numero uno del Pd, che nei fatti mai prese, ha marcato visita: neppure uno strilletto in prima pagina per i piazzisti pro-Pal.
Elly Schlein irrisa dal suo popolo in piazza a Roma
Una sinistra allo sbando, in ordine sparso, incapace di esprimere posizioni unitarie e di fare opposizione. Insomma, la ...Insomma, sulla stampa progressista non siamo ancora al meno male che Giorgia Meloni c’è, ma sicuramente al forse è meglio che Elly Schlein si faccia da parte sì. Il dibattito, per dirla nel gergo di casa, è aperto. Se sia meglio morire contiani o sopravvivere democratici, questo è il problema. L’altro dilemma che attanagliale coscienze sinistre e capire se la Nazarena stia abdicando a marcare una linea del partito per favorire l’unità o se la nasconda perché in realtà, fosse per lei, sarebbe identica a quella tracciata da Fratoianni e Bonelli. Quello che tutti, tranne l’interessata, hanno ben chiaro è che, se la signora ambisce a farsi candidare a Palazzo Chigi dalla coalizione unita, sta sbagliando i calcoli. Conte, dopo aver guidato l’opposizione per anni, non si ritirerà per farle spazio. Tuttalpiù accetterà di convergere su qualche papa straniero. Da Khamenei a Putin, le iscrizioni alle primarie del campo largo sono aperte.