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Irpef, bonus e pensioni: approvata la manovra, non piace solo alla Cgil

Aliquota al 33% fino ai 50mila euro, detrazioni al 50% per le ristrutturazioni e 7 miliardi alla Salute. Dbrs alza il rating, Giorgetti esulta: "Grande orgoglio"
di Sandro Iacomettisabato 18 ottobre 2025
Irpef, bonus e pensioni: approvata la manovra, non piace solo alla Cgil

4' di lettura

Un paio di giorni fa Giancarlo Giorgetti ha detto di credere ai miracoli. Il termine è forse un po’ esagerato, ma la manovra approvata ieri dal Cdm è comunque un piccolo capolavoro di finanza pubblica. Che non a caso ha lasciato scontenti solo chi, come la Cgil e le opposizioni, avevano deciso a prescindere che sarebbero saliti sulle barricate. Basti pensare allo sciopero proclamato da Maurizio Landini un paio di settimane fa per il 25 ottobre e confermato dopo l’incontro col governo definito non più solo «inutile», come le volte scorse, ma addirittura «dannoso».

Da una parte la tenuta dei conti, che ha accorciato la coperta a 18,7 miliardi. Una delle leggi di bilancio più prudenti degli ultimi anni. Ma la somma risicata rientra in un percorso di fenomenale riduzione del deficit (definito ieri dall’Fmi «fantastico») che consentirà probabilmente all’Italia di uscire dalla procedura di infrazione Ue già da quest’anno e che non è passato inosservato alle agenzie di rating. Proprio ieri sera, dopo Fitch, Moody’s ed S&P, pure Dbrs ha promosso l’Italia, portando il rating da BBB ad A, con trand stabile. «Frutto del lavoro costante di questi tre anni di governo, l’Italia torna in serie A con grande orgoglio», ha detto Giorgetti.

Dall’altra la necessità di dare contemporaneamente una spinta al Paese, un aiuto alle fasce sociali più in difficoltà e un segnale al proprio elettorato. Il risultato è stato ottenuto con un mix di misure che non è sicuramente una pioggia di soldi, ma una calibrata distribuzione delle risorse che alla fine ha accontentato sia i sindacati (tranne quello rosso) sia le imprese.

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«Valutiamo positivamente gli elementi di apertura e di ascolto che il governo ha mostrato», ha detto la leader della Cisl, Daniela Fumarola. E lo stesso ha più o meno dovuto dire, slegandosi finalmente da Landini, anche Pierpaolo Bombardieri, che ha incassato la detassazioni degli aumenti contrattuali, da tempo suo cavallo di battaglia. Identico discorso per Confindustria, inizialmente scettica.

«Abbiamo dialogato e credo che siamo stati ascoltati», ha commentato a caldo il presidente Emanuele Orsini. Per loro il governo ha messo nel menu il ritorno del superammortamento (al 180% per gli investimenti in innovazione e al 220% per le spese per la transizione ecologica, costo 4 miliardi), il rifinanziamento delle Zes con 2,3 miliardi e il congelamento di Sugar e Plastic Tax. Per i salari sono invece in arrivo 1,9 miliardi.

Con lo stanziamento si prevede di tagliare dal 5 all’1% la tassazione sui premi di produttività fino a 5mila euro e di ridurre i balzelli su festivi, straordinari e lavoro notturno, mentre sarà del 5% l’aliquota degli aumenti dovuti ai rinnovi contrattuali per i redditi fino a 28 mila euro. Sale poi da 8 a 10 euro la soglia esentasse dei buoni pasto. Ma il piatto forte della manovra è sicuramente il taglio di due punti dell'aliquota Irpef per il ceto medio, che attendeva da tre anni la sforbiciata. Non arricchirà nessuno, ma è un segnale importante nella giusta direzione. Con 2,8 miliardi si ridurrà l’aliquota mediana dal 35 al 33% per i redditi tra 28 e 50mila euro. Il vantaggio sarà sterilizzato sopra i 200mila euro di reddito. Per i pensionati l’innalzamento dell’età sarà congelato per i lavori gravosi e usuranti. Per tutti gli altri l'aumento sarà pari ad un mese nel primo anno e ad altri due dal 2028. Previsto anche un nuovo intervento sugli assegni più bassi: le "minime" saliranno di circa 20 euro al mese.

Altro capitolo di rilievo è quello delle famiglie per cui sono stanziati 1,6 miliardi. Aumenta da 40 a 60 euro al mese il bonus mamme lavoratrici ed arriva anche il rifinanziamento della carta “Dedicata a te” per l'aquisto di beni di prima necessità con 500 milioni. Ma non solo. Per favorire l'utilizzo degli strumenti di welfare, l'abitazione principale esce dal calcolo Isee, fino a un valore catastale che dovrebbe aggirarsi intorno ai 92mila euro. Confermati, infine, i bonus edilizi: le detrazioni sui lavori di ristrutturazione restano al 50% per la prima abitazione e al 36% per la seconda.

Sul fronte fiscale arriva la quinta sanatoria delle cartelle e avrà tempi di pagamento fino a 9 anni con 54 rate bimestrali. La nuova pace fiscale sarà aperta a tutti coloro che hanno dichiarato e non versato. Sostanzioso, poi, il nuovo rifinanziamento alla sanità. Rispetto agli aumenti già previsti dalla manovra precedente arriveranno altri 2,6 miliardi. Le nuove risorse porteranno a un finanziamento aggiuntivo per il 2026 di 7,4 miliardi. Una mossa che, come ha detto ieri Carlo Cottarelli, spingerà la spesa sanitaria al 6,5% del pil, su livelli più alti di dove l’aveva lasciata il centrosinistra prima della pandemia. Quanto alle coperture, oltre ai 2.3 miliardi di spending review e alla rimodulazione del Pnrr (5 miliardi), un contributo significativo (4,3 miliardi) arriverà da banche e assicurazioni, con un mix di misure di carattere strutturale e congiunturale.