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Nei due forni di Renzi si prepara la trappola per il centrodestra

Maurizio Belpietro
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Matteo Renzi ha fretta di far approvare la nuova legge elettorale. Perché all'improvviso l'Italicum sia tornato d'attualità, quando fino a ieri era stato accantonato per far procedere più in fretta altre leggi, è abbastanza chiaro. Più le cose vanno male, cioè più le misure economiche del governo si rivelano inefficaci, e più il presidente del Consiglio si rende conto che non può sperare di durare in queste condizioni e con questo Parlamento fino al 2018, termine naturale della legislatura. Ma allo stesso tempo il premier sa che non può neppure spingere Giorgio Napolitano a sciogliere le Camere ora, perché se si votasse oggi, con la legge proporzionale in vigore dopo la cancellazione del Porcellum da parte della Corte costituzionale, dalle urne non uscirebbe una maggioranza netta a sua favore, ma anzi potrebbe essere perfino peggiore di quella attuale. Urge dunque dotarsi di un nuovo sistema elettorale, che garantisca non solo la vittoria di Renzi (scontata, ovviamente, visto che il suo consenso fra gli elettori continua a galleggiare intorno al 40 per cento), ma che assicuri anche all'esecutivo di poter lavorare senza trabocchetti. Ecco perciò rispolverato in tutta fretta l'Italicum, che secondo le promesse del presidente del Consiglio avrebbe dovuto essere stato approvato già la primavera scorsa, ma che inspiegabilmente era stato dirottato su un binario morto, sorpassato da altri provvedimenti. Leggi l'editoriale di Maurizio Belpietro su Libero in edicola oggi 7 novembre o acquista una copia digitale del quotidiano

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