Sfilare con chi picchia non crea occupazione
Qualcuno sa perché le piazze ieri sono state invase da cortei di manifestanti? Immagino di no, e credo che se interrogassimo i passanti che hanno assistito allo sfilare di studenti e operai o sono rimasti intrappolati nella propria macchina, nessuno sarebbe in grado di dare una risposta. Qualcuno ha scioperato, è sceso in piazza con striscioni e bandiere, ha lanciato fumogeni; qualcuno ha attaccato la polizia, ma nessuno o quasi di coloro i quali hanno assistito alle scene di ordinaria confusione, quando non di ordinario caos o violenza, sa dire quali fossero le ragioni dei contestatori. Perché ormai è così: si è perso il senso delle cose e il rumore continuo della contestazione ha coperto il significato della protesta. Del resto, anche tra coloro che hanno sfilato non c'è identità di vedute e men che meno identità di obiettivi. In corteo a Milano c'erano i lavoratori metalmeccanici, ma nelle altre città c'erano anche i lavoratori di altri settori, e poi ieri era lo sciopero dei dipendenti delle imprese di trasporto, ma allo stesso tempo in piazza c'erano pure gli studenti e i No Tav. Cosa avessero in comune gli uni e gli altri non si sa, sta di fatto che gli ultimi hanno tentato di entrare dentro la Curia di Milano. Che cosa c'entrasse l'arcivescovo del capoluogo lombardo con le ragioni dello sciopero e della manifestazione non è noto, sta di fatto la polizia è dovuta intervenire per impedire l'irruzione e alla fine della giornata si sono contati 15 feriti, guarda caso tutti tra le forze dell'ordine, cui il governo dopo le botte con gli operai dell'Acciaieria di Terni ha chiesto di farsi picchiare senza reagire. Leggi l'editoriale di Maurzio Belpietro su Libero in edicola oggi 15 novembre o acquista una copia digitale del quotidiano