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Abu Mazen chiede la "protezione internazionale"

Nicoletta Orlandi Posti
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Il sesto giorno dall'inizio dell'offensiva israeliana su Gaza procede come i precedenti: lancio di razzi, sempre più potenti dall'enclave costiera, che cadono in territorio aperto (ieri alcuni in Cisgiordania) o intercettati dal sistema Iron Dome, e i raid israeliani che hanno finora ucciso 166 persone (tra cui 130 civili e 36 bambini e 26 donne) e causato 1.120 feriti. Sul fronte opposto non si contano vittime ma decine di feriti, e tanti casi di persone sotto shock, nonostante da Gaza siano stati lanciati 700 razzi. Il tutto mentre gli occhi della comunità internazionale sono puntati a Vienna per l'atteso incontro Usa, Gran Brategna Francia e Germania per trovare un'intesa almeno per un cessate il fuoco. Temendo per la loro vita, dopo l'avviso lanciato stanotte da Tsahal (l'esercito d'Israele) in 10.000 hanno abbandonato le loro case nel nord della Striscia di Gaza. L'appello dell'Olp - Il presidente palestinese, Abu Mazen, ha chiesto alle Nazioni Unite che la Palestina sia messa sotto «protezione internazionale». Lo ha affermato l'Olp. Abu Mazen, si legge in una nota, «presenterà al Coordinatore speciale dell'Onu per il Medio Oriente, Robert Serry, una lettera in cui chiede al segretario generale Ban Ki-moon di formare una commissione che dia seguito alla richiesta». Abu Mazen ha anche chiesto l'avvio di una commissione d'inchiesta sul massiccio bombardamento aereo al quale Israele sta sottoponendo Gaza. «Il presidente palestinese sta facendo una serie di passi che hanno a che fare con l'orrenda situazione nella Striscia», ha spiegato Hanan Ashrawi, esponente di rilievo dell'Olp. Abu Mazen ha chiesto alla Svizzera, depositaria della Convenzione di Ginevra sulla protezione dei civili nel corso di un conflitto, di convocare la parti contraenti e decidere sanzioni contro Israele, che come occupante ha la responsabilità della sicurezza dei civili.

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