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Arizona, polemica sull'iniezione letale: il condannato Joseph Wood muore dopo un'agonia di due ore

Vezzani Flavia
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L'agonia di due ore di un condannato a morte divide l'America. Joseph Wood, detenuto 55enne condannato nel 1991 per omicidio della ex fidanzata Debra Dietz e suo padre, Eugene Dietz nel 1989, ha subito l'esecuzione per iniezione letale ma qualcosa nella prigione di Florence, Arizona, non ha funzionato. Wood ha "iniziato a morire" mercoledì 23 luglio alle 13.52 locali e il decesso è avvenuto alle 15.49. Un'ora e 57 minuti di agonia: Michael Kiefer, reporter di Arizona Republic, ha detto di aver visto boccheggiare il condannato 660 volte prima che morisse. Bufera sui farmaci - La sua agonia riapre il dibattito sulla pena di morte negli Stati Uniti: generalmente un'esecuzione dura circa 10 minuti, ma non è la prima volta che un detenuto si trova sottoposto ad un tormento di un lasso di tempo più prolungato. Il 16 gennaio 2014, il 53enne condannato Dennis McGuire impiegò circa 25 minuti per morire in un carcere dell'Ohio, mentre il 29 aprile 2014 l'esecuzione del 38enne Clayton Lockett, avvenuta in un carcere dell'Oklahoma, durò quasi tre quarti d'ora. In precedenza in Ohio si usava una singola iniezione di pentobarbital, un barbiturico ad azione rapida della casa farmaceutica danese Lundbeck. Nel 2011, però, la società vietò la vendita della sostanza agli stati americani che la utilizzavano per i condannati a morte. Secondo il Death Penalty Information Center, associazione no-profit che si oppone alla pena di morte, a partire dal 2010 molte altre aziende farmaceutiche hanno cominciato a opporsi all'utilizzo dei propri farmaci durante le esecuzioni, costringendo gli stati ad utilizzare combinazioni di sostanze nuove e poco sperimentate i cui effetti non sono chiari. Le polemiche - Il 21 luglio gli avvocati del condannato avevano chiesto alla Corte d'appello di San Francisco di poter informare il proprio cliente riguardo il cocktail dei farmaci che gli sarebbe stato somministrato, ma la richiesta è stata vana: sono farmaci approvati dalla Food and Drug Administration, questa l'unico dettaglio rivelato. Intorno alle 15, vedendo Wood in preda a spasmi e rantolii, gli avvocati hanno presentato un'istanza di sospensione dell'esecuzione alla Corte d'appello locale, sembra che siano anche riusciti a raggiungere telefonicamente Anthony Kennedy, un giudice della Corte Suprema, che ha però rifiutato di interrompere l'esecuzione. "E'stato violato l'ottavo emendamento, quello che prevede un'esecuzione priva di una punizione crudele e inusuale" hanno spiegato gli avvocati. Il direttore del dipartimento correzionale dell'Arizona, Charles Ryan, ha invece affermato che il condannato non ha sofferto. Tuttavia la governatrice dell'Arizona, la repubblicana Jan Brewer, ha ordinato una revisione del sistema di esecuzioni, dicendosi "preoccupata per la lunghezza del tempo" impiegato. Intanto i famigliari delle vittime si dicono sdegnati della polemica sorta, Jeanne Brown, sorella e figlia delle vittime ha dichiarato:"Non credo che stesse soffrendo" e ha aggiunto: "Ha avuto quello che si meritava. Non sapete cosa significa vedere una sorella e un padre giacere in una pozza di sangue", il marito Richard ha continuato "Quest'uomo ha compiuto un omicidio orribile e voi vi preoccupate dei farmaci".    

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